Come ti racconto il doping
Si tratta di un racconto inventato dall'autore, ogni riferimento a persone realmente esistenti è da considerarsi casuale |
C'era una volta un tizio che chiese al
suo calcolatore;
"Calcoli che sarai mai capace di pensare come un essere umano?
Dopo vari gemiti e cigolii, dal calcolatore uscì un foglietto che diceva:
"La tua domanda mi fa venire in mente una storia..."
Gregory Bateson (1904-1979)
Con tutti i cazzi che ho per la testa e con il memoriale
da fare per l'avvocato non è normale scrivere di doping, eppure se sono in
galera e devo scrivere un memoriale la colpa è del doping e di quella maledetta
rivista da fare per il Ministero quando ancora si chiamava Ministero della
Pubblica Istruzione ed ancora c'era l'Ispettorato per l'Educazione Fisica e
Sportiva e tutto il resto.
Mi fa sempre piacere, in fondo, raccontare e invece di studiare avrei voluto
scrivere, magari gialli o fantascienza.Ora che l'iscrizione all'università può
diventare una formalità senza seguito sarebbe il caso di pensare ad una attività
più semplice e motivante.Legge può attendere, insomma, e così via.
Tra scrivere un saggio sul doping, che non mi sento preparato ma me lo pagano e
rigirare il coltello nella piaga del memoriale, che dev'essere tutto fatti e,
m'immagino, con la noiosa precisione dei documenti processuali, la scelta di una
forma narrativa è quella che mi attizza di più e in fondo tutti gli
ingredienti del giallo ci sono. Sarà sempre utile per raccogliere le idee e mi
troverò il lavoro quasi già fatto per tutte e due le altre cose.
Cercherò di tenermi sulle orme di Camilleri e de La concessione del telefono,
che mi pare un capolavoro assoluto, tutto dialoghi e documenti.
Qui il tempo non manca, mi chiamo Libero ma sono carcerato!
M'ero preparato perché il troppo stroppia e m'era sempre
stato sulle scatole Battilocchi. Come diceva Marsha Mason di Richard Dreyfuss,
non mi piacerebbe neanche se mi piacesse, ha il potere di irritarmi.
Intanto mi considera un professore di serie B, anche se mi chiede sempre aiuto
quando c'è qualcosa da fare che non sia una lezione o una progettazione.
"Delpino, tu che si tanto bravo con le mani...Delpino, tu che sei uno
pratico...Delpino tu che con questi disgraziati te la cavi bene...
E dentro di sé pensa che certe cose che non contano è meglio che le faccia io
che sono insegnante di zompi, docente di educazione fisica, mentre lui, il
cervello della situazione coordina e dirige e se ne sta lontano dai ragazzi.Io
lavoro con facilità e non ho bisogno di nessuno, ma non sono il suo cameriere.
Per questo m'ero preparato, sapevo che prima o poi avrebbe preso l'argomento.
Poi lui non sopporta i laziali.
Insomma lo sapevo che mi avrebbe stuzzicato. Intanto lo fa sempre.
"Delpino che è questa storia che vi vogliono cambiare di nome alla
disciplina?- mi fa accarezzandosi i baffetti curati quando uscirono le prime
indiscrezioni sulla Riforma Moratti.
"Delpino che è questa storia delle Scienze Motorie?" E calcava la
voce su "Scienze", lui che di scienze suppone di intendersene, ma
perfino quando parla di sport monta in cattedra e, almeno lì potrebbe pure
riconscermi un minimo di competenza supplementare. Quando abbiamo litigato su
Menthéour, che io ammiravo per il coraggio della sua condanna del fenomeno
doping. Ci voleva qualcuno che dicesse che il re è nudo. Ma lui è accecato, si
beve tutte le chiacchiere che fanno su i calciatori e i ciclisti che non
prendono neanche un caffè, che non si mettono neanche le gocce nel naso per il
raffreddore.
All'Orazio d'altra parte solo la Corbo che oltre a essere comunista come lui è
pure verde, la pensava come me, anche se solo per partito preso.
Parla sempre così la Corbo, ma almeno qualche volta ragiona, anche se per
partito preso.
E anche lei è una che si crede di poter parlare su tutto perché da buona
marxista è una tuttologa.Quello che interessa da vicino a me è che, oltre a ciò
il corpo, anche il corpo dei nostri giovani che fanno sport a scuola, può
diventare una macchina che può essere usata oltre tutti i limiti, inclusa
l'autodistruzione del doping, appunto.
Insomma per questo mi ero preparato, perché Battilocchi ha la capacità di
stenderti con una battuta e di lasciarti lì a bocca aperta mentre se ne va
scuotendo la testa, con quel tic che lo rende così popolare tra i ragazzi.
Ma dovevo essere io a lasciarlo a bocca aperta quando mi avesse parlato del
corso di aggiornamento di Massa Carrara. Per fare i conti con quel tipo di sport
la scuola ha bisogno di esperti, di aiuti che ci facciano capire situazioni e
meccanismi per i quali siamo impreparati, ma che rischiano di coinvolgerci.
Giusto che il Ministero facesse qualcosa nel Perseus, il programma triennale di
valorizzazione dell'educazione motoria, fisica e sportiva nella scuola
dell'autonomia.
"Delpino che è questa storia del Perseo?"
"Si dice Pèrseus, è greco" lo rimbeccai pronto e il primo round fu
mio.
Che ne sa Battilocchi dello sport a scuola? Lo so io quante pressioni abbiamo
per fare solo allenamento sportivo e non educazione fisica (Ma l'educazione
fisica non è sport?) e ci chiedono di fagli solo una selezione per il precoce
avviamento allo sport.
Prima dell'ultimo capo dell'Ispettorato Educazione Fisica, perfino al Ministero
non avevano tanto le idee chiare sulla faccenda.
Così il giorno dopo mi fece le poste davanti alla sala firma e ci riprovò col
sottoprogramma Athena, doveva ancora informarsi, si vede, se avevo o no ragione
sull'accento di Perseus.
" Delpino che è questa storia del sottoprogramma Athena che vi aggiornano
sul doping?
Aveva saputo che mi avevano scelto per essere uno dei quattro della provincia di
Viterbo ad andare a Massa per il corso e Battilocchi è sempre geloso, quando
uno fa qualcosa o va da qualche parte, anche di fare quella cosa e di andare a
quel convegno non gliene frega niente.
"Insomma con tutto quel po' po' di roba su cui dovrebbero aggiornarvi, si
mettono a dar ragione ai profeti di sciagure? Chi vuoi mai che si dopi tra i
nostri studenti?
Non sono un santo e non mi faccio migliore di quello che sono: gli avrei dato un
cazzotto, ma avrebbe fatto la vittima del picchiatore fascista e non volevo
lasciargli la soddisfazione. Ci sono limiti che non bisogna superare. Era sempre
offensivo, non capivo proprio perché a noi ci dovrebbero aggiornare su tutto
quel po' po' di roba, mentre loro che non hanno nessuna idea di come si parli ai
ragazzi e di quello che vogliono stanno bene così, impagliati sulla cattedra.
Comunque m'ero preparato e non gli dissi di quelle indagini nel Veneto e a Roma,
che il 7% degli studenti ammetteva di doparsi e tanti altri che non lo
ammettevano erano competenti in maniera sospetta sui limiti da non oltrepassare.
Lo spinsi fino al tavolo e rigirai una delle lunghissime circolari del preside
Corridoni. Con la bic rossa feci una stella delle Brigate Rosse a metà del
foglio bianco e, a circa dieci centimetri feci una palla di scarabocchi.
-Chiudi l'occhio sinistro e tieni il foglio davanti, guarda
la tua stella rossa e sposta il foglio avanti e dietro.
Mi obbedì. Volevo dimostrare una cosa piccola, chi vuol dimostrar troppo non
dimostra nulla. Poco a poco l'uccello si fa il nido.
-Lo vedi che a un certo punto la palla sparisce?
-Lo vedo sì, dev'essere il punto cieco. Certo! Quando l'immagine si proietta
sulla parte della retina dove esce dall'occhio il nervo ottico, dato che non ci
sono i recettori ottici, né coni né bastoncelli il cervello non vede. Guarda
che io queste cose le insegno.
E si allisciava quei maledetti baffetti.
-Ma se guardi per la stanza mica lo vedi un punto cieco, ti pare di vedere tutto
quello che c'è, senza interruzioni, senza buchi, no?
-E questo che significa?
-E' come per il doping.Tu non vedi che non vedi. Così il doping non lo vedi, ma
c'è. Ed anch'io queste cose le insegno.
Così avrei presentato, Delpino, il fascio gigantesco e innocuo del Proietti, con la sua fissazione per il cinema, e Battilocchi, il concentrato del professore stronzo di sinistra. E ho introdotto il tormentone sul doping che improvvisamente ha cominciato ad affliggere tutta Viterbo.Come Camilleri, all'inizio, non c'è sentore di intrigo giallo.In effetti Camilleri non usa la prima persona e non ci tiene a raccontarti per filo e per segno i pensieri dei personaggi...così è più facile e per ora lo butto giù così, diciamo che questa è una prima scrittura e così via.
"E' questa la gara clou dei giochi in onore di Patroclo.
Il pubblico è teso, la corsa sta già facendo emergere i protagonisti.
... Ecco davanti a tutti volano le veloci puledre di Eumèlo; il guidatore
sembra avere ottime possibilità di un'affermazione, ad una incollatura, però
rimane la biga di Diomede con i suoi splendidi cavalli, i corridori di Troe,
tanto accostati che sembra stiano per montare da un momento all'altro sul carro
dell'altro, che si sente il loro fiato sul collo. Ecco! Riescono ad affiancarsi,
stanno per passare al comando, quando il dio Apollo interviene a favore di
Eumelo e fa saltare di mano la frusta a Diomede.
Diomede è in difficoltà, vediamo le lacrime sulle sue guance. Sono lacrime
d'ira e di dolore alla vista del carro del suo avversario che riprende terreno
frustando, mentre tale sollecitazione ora gli è preclusa.
Peccato per la accorta corsa di Diomede che era sembrato poter chiedere ai suoi
cavalli uno sforzo ulteriore per portarsi in vantaggio.
Ma ecco che Pallade Atena accortasi dell'intervento esterno di Apollo e
dell'handicap di Diomede, riesce ad intervenire a sua volta, in questo momento,
clamoroso! Gli rimette in mano e, ci sembra, sì, ne siamo certi, la
progressione dei cavalli si è fatta irresistibile, con un intervento miracoloso
la dea ha aggiunto loro vigore, hanno ripreso fiato, sembrano non sentir più la
fatica!
Diomede torna a farsi sotto autorevole, Eumelo lo ostacola in curva, ma non
basta, Atena si occupa ora del carro del carro in prima posizione, che traballa,
il giogo, gli ha spezzato il giogo! Eccezionale intervento di Pallade Atena, la
corsa è riaperta! Apollo non replica. Le cavalle, liberate dal giogo, scartano,
il timone del carro si disimpegna, cade in terra, lo strattone scuote Eumelo,
che frusta inutilmente, perde il controllo delle redini, scivola accanto alla
ruota, cade! Eumelo, è ferito, perde sangue dalla bocca, dal naso e dall'arco
sopracciliare. Parte la barella, speriamo non sia niente di grave per il
valoroso Eumelo, ma ora tocca a lui a piangere mentre Diomede sorpassa di
slancio il carro incidentato frustando i destrieri ormai inarrivabili perché la
dea continua a prestar loro forza ed ha deciso che vinca Diomede.
Lottano per il secondo posto Menelao e Antiloco, figlio di Nestore che incita i
suoi cavalli. E' chiaro che non potrà mai riuscire a raggiungere i cavalli di
Diomede, ai quali Atena ha infuso forza e vigore, a questo punto anche una
medaglia d'argento è un risultato apprezzabile e potrebbe garantirgli punti in
classifica."
Sollevai gli occhi dalla stampa e guardai Tardi, bellino, non
tanto alto, colla bionda capigliatura ricciuta e gli occhi ansiosi. Col solito
discutibile umorismo, lo avevano battezzato Libero, ma i compagni sembravano
preferire sfotterlo per i suoi intercalari che per per la storia del
"libero tardi". D'altra parte nella mia ormai lunga carriera avevo
trovato un signor Benedetto (surname) che aveva battezzato il figlio Sabato (christian
name) ed una mia collega Gemma Collina si era andata a sposare con un dentista
che si chiamava Milanese dopo aver rotto il fidanzamento con un certo Giacomo
Brulla.
-Come va, prof?
-Interessante- gli dissi tanto per non buttarlo giù- ma che ci devi fare?
-Un articolo per il giornale delle consulte.Un numero speciale sul doping, in
collaborazione col Ministero, e via dicendo.
Le consulte provinciali degli studenti! Mi dimenticavo sempre che avevo davanti
a me il Presidente, quando parlavo con Tardi. A scuola no, in greco tanto meno,
ma sulle Consulte ci si impegnava da morire quello scansafatiche. E lo
chiamavano pure al Ministero, quel bell'arnese!
-Io sono una vecchia ex-sessantottina sorpassata ma ti pare che ai tuoi compagni
possa piacere una telecronaca tratta dall'Iliade?Ma tu non li conosci come me?
-Be', trattandosi di roba di scuola...gli studi, le materie e compagnia
cantante...
-Ma ti hanno detto di fare roba di scuola? E, in ogni caso non vuoi essere un
giornalista efficace?
Battilocchi entrò senza bussare, cosa che mi fa saltare la mosca al naso anche
quando la fa Corridoni.
-Corbo, non potrei dire che usavo la pronuncia latina?-
-Puoi dire quello che ti pare ma Perseus, Danae Hermes ed Athena sono
traslitterazioni dal greco e in greco l'accento è quello che ha detto Delpino.
Richiuse la porta senza salutare.
Tardi mi guardava perplesso.-Senti fai una cosa, portalo agli altri dicendo che
glielo mando io, non che è del Presidente e vedi sul serio che ne pensano.
-E' fatto abbastanza bene da poter essere suo?Cioè si tiene su, regge e così
via?
-E' abbastanza noioso e stupido che loro lo crederanno.
-Ci tengo a che il nostro giornale non ci venga espropriato dal Ministero che ci
si pulisce...le mani e via dicendo. La causa è buona ma non vogliamo solo fare
gli utili imbecilli.
-Allora fai una verifica prima: siete preparati sull'argomento o non ne sapete
niente come delle cose che dovete dire a me?
-Insomma...
-Bene, Longanesi diceva che un vero giornalista spiega benissimo quello che non
sa.
-Be' qualcosa la so, quello che ho letto sui giornali, prof. Nella Copa
America Paraguay 1999 due calciatori sono stati squalificati per doping.
Quello è stato il primo grande allarme ufficiale, ma, ha ragione Delpino, che
sembra patetico perché è fissato col vecchio allenatore della Lazio, a noi la
pulce nell'orecchio, ce l'ha messa Zeman molto prima, nell'estate del 1998. Noi
tifosi pensavamo che era cosa da ciclisti o da atletica leggera, non pensavamo
che interessasse anche il calcio e via dicendo.
-Questa sarebbe una cosa da dire.Ma come mai Delpino che è laziale convinto
difende così infuriato un allenatore che stava pure alla Roma ed ora s'è
ridotto con le squadrette di provincia?
Tardi mi guarda e comincia ad insegnare.- Zdenek Zeman, lo chiamavano il boemo
di poche parole, e così via era un personaggio di culto... un uomo che o ti
piaceva o non lo potevi vedere, e se ti piace lo stimi anche se sei laziale e va
ad allenare la Roma. Quando cominciava a dire la sua non lo fermava più
nessuno. Magari per puzza, come dicevano molti, ma aveva deciso di parlare di
doping, di integratori, di misture avvelenate e compagnia bella, aveva detto che
il calcio c'entrava eccome! Il casino è cominciato di lì, anche il Coni ha
traballato e così via, e si è scoperto che il laboratorio antidoping
dell'Acqua Acetosa - che doveva fare il controllo scientifico del sangue e delle
urine, faceva sparire le provette eccetera eccetera. Poi c'è stata l'inchiesta
del procuratore Guariniello, a Torino...
-...e il boemo di poche parole, il primo che aveva lanciato il sasso ha perso il
posto. Anche questa è Storia, sai? Di quella che non si trova scritta sui
libri.
-Tutti i tifosi romanisti si sono subito consolati con Capello, se lo sono
scordati, ne parlano solo i vecchi laziali sfegatati come Delpino che non ha
paura di fare la figura del perdente e di parlare di qualcuno che ormai non è
di moda.
-Forse i tanti anni di opposizione politica gli hanno insegnato qualcosa...C'è
qualcosa di buono anche nella sconfitta se ti ci abitui senza rassegnarti.
Delpino non si arrende alle situazioni di fatto, al Potere...
-Già. Il presidente della Roma, Sensi quando l'ha sostituito con Fabio Capello,
ha fatto capire che il nuovo allenatore era più gradito tra i potenti del
pallone e che aveva lo spirito del vincente e compagnia bella.
-Ma che ha detto, in fondo, di speciale?
-Che lui che ha praticato diversi sport, pensava che certi risultati si
potessero raggiungere solo dopo anni e anni di lavoro specifico e così via,
invece gli pareva che il calcio era finito in farmacia. Ha detto che ad una
società, per vincere, bastano due persone: un bravo farmacista e un altro bravo
a far quadrare i conti, che i calciatori sono usati come cavie per sperimentare
l'effetto dei prodotti. Che stranamente si vedono vere e proprie esplosioni
muscolari. Che lo sbalordivano i muscoli di Vialli o di Del Piero. Ha detto di
aver parlato per evitare che ci scappasse il morto ed io gli credo, ma se anche
lo avesse fatto per puzza erano cose su cui pensare bene.Insomma sarà pure
passato di moda ma cose così non si sentono facilmente.
-Un whistleblower! ha "fischiato" l'allarme su come l'esasperazione
degli interessi economico-finanziari sta pregiudicando le componenti umane,
formative e morali dello sport più amato.
-Cosa?
-In sociologia il ruolo ha un nome preciso: whistleblower, puoi tradurlo come
quello che fischia le notizie, le spiffera, lo spifferatore. Dovrei aver messo
da parte un articolo del Corriere della Sera...
Sapevo bene dov'era, nella mia raccolta di ritagli, ma mi seccava farmi vedere
troppo ordinata e finsi di cercarlo un po' nel mio armadietto.
-Eccolo è un articolo di Ivo Caizzi, si intitola La difficile scelta del
whistleblower- girai il ritaglio di giornale- pubblicato nel Corriere della Sera
di Lunedì 14 giugno 1999. Ti faccio una fotocopia?
-No, che dice professoré?
Figurati se si prendeva una cosa da leggere...Da me, poi!
-Nessuno li ama. Secondo il Corriere della Sera il whistlebower, è,
senti come dice, "colui che "fischia" l'allarme su illegalità,
anomalie, inefficienze, discriminazioni o sprechi di denaro, dall'interno
dell'organismo o dell'azienda in cui opera: esponendosi coraggiosamente da solo
per tutelare un interesse collettivo o un principio di giustizia."
-O magari anche solo per puzza!
-I moventi, in fondo, non sono del tutto rilevanti, mischiati dentro di noi sono
difficili da isolare, ma pensiamo che siano i migliori.Tra gli esempi il
quotidiano indica Paul van Buitenen, un funzionario dell'Unione Europea che
"rivelando informazioni che conosceva come controllore finanziario" ha
contribuito all'inchiesta i cui risultati sono arrivati a far dimettere l'intera
Commissione precedente l'attuale, quella presieduta da Jacques Santer.
Tutti quelli che i "fischiano" l'allarme, tutti i whistleblower,
passano dei guai per il loro impegno. Gli Enti, le agenzie, il mondo di cui
fanno parte non li premiano, anzi li condannano, fin dove possono.
Paul van Buitenen, sospeso dall'impiego, non reintegrato nemmeno dopo le
dimissioni della Commissione, finalmente dopo che, alla fine rientrò in
servizio fu "emarginato in un noioso incarico di verifica degli acquisti di
arredamento: «a contare lampadine», ha scritto l'Indipendent".
I whistleblower sono in genere messi sotto accusa dagli ordinamenti speciali cui
appartengono, per violazione dell'obbligo di riservatezza o per diffamazione dei
colleghi. Certo non sono premiati, piuttosto subiscono effetti negativi delle
loro iniziative. "L'ordine dei medici mi ha processato e sanzionato con una
censura- dichiara uno di loro al Corriere della Sera - Ma sono contento. Perché
chi sa certe cose utili agli altri, dopo che le ha rivelate si sente davvero
molto meglio."
-Forse è meglio che mi faccio una fotocopia. E che scrivo tutto un altro pezzo
per la nostra rivista, e via dicendo, tanto per sicurezza.
Lo guardai ammansita.-Forse è meglio. Vedi Delpino alla Consulta?
-Penso di sì.
-Allora portagli quest'altro ritaglio che mi ha chiesto, dice tutto sul come e
il perché al Ministero hanno chiamato con nomi della mitologia greca i pezzi
del suo programma Pèrseus.
-Ammazza è forte professorè co' sti ritagli.
E Libero Tardi detto "e-così-via" se ne andò. Magari preferivo
essere apprezzata per le mie doti di latinista, grecista ed educatrice, ma
meglio che niente, anche l'Eco della Stampa è utile. Anche se, come dice
Flaiano, leggere è niente, il difficile è dimenticare ciò che si è letto.
Tardi sono io, davvero mi chiamano "e-così-via"
ma qualcuno quando arrivo dice pure "E' Tardi" per non parlare
dell'allusivo "Si è fatto Tardi" oppure "Hai fatto Tardi".
Mi limito al disprezzo e ad una espressione di sufficienza che funziona
abbastanza. E così presento il protagonista e la Corbo. Ho deciso di essere
obiettivo fino all'eccesso, al masochismo e via dicendo: quel pezzo palloso
l'avevo scritto davvero. Seccante essere sputtanato dalla Corbo, l'archetipo
della professoressa cacacazzi, che pensa solo alla scuola e così via e non
capisce niente della vita, figuriamoci di quella nostra.Ma la Corbo non è
Battilocchi, di fatti, anche se sono della stessa parrocchia non lo sopporta
tanto..Con il disegno della figura del whistleblower, intanto, preparo il
lettore a capire che cosa di pericoloso può aver fatto o anche solo detto
Sarnelli e compagnia bella.
Rinuncio a dare un'idea di che cos'è l'ambito di lavoro di questa benedetta
Consulta provinciale degli studenti e tutto il resto.Basta dire che alcune
circostanze mi hanno fatto incontrare, assieme a tutti gli altri Presidenti
delle Consulte Provinciali degli Studenti, il Capo dell'Ispettorato in diverse
riunioni tenute a Roma, nella sala del Consiglio d'Amministrazione del
Ministero.
Adesso mi pare il caso di montare, di seguito, un documento, che mi serve a
spiegare meglio che cos'è quel programma Perseus di cui parlava Delpino, ma più
ancora un po' il tipo di personaggio: il Ministero
Anzi più che il Ministero, il capo dell'Ispettorato, il pezzo di Ministero che
conosco meglio e mi ha pure fatto visita in galera e ormai ci diamo del tu, Luca
ed io, e via dicendo.
Nota sull'eponimo del programma Perseus
(di Luca Calcedoni)
Spesso i progetti o i programmi del Ministero della Pubblica
Istruzione sono battezzati con nomi che ne riassumono la sostanza con il
riferimento ai personaggi eponimi. Poiché non sempre la scelta dei nomi è
chiara di seguito si riassumono, con un pizzico di necessaria ironia, alcuni
lineamenti del suo mito.
Perseus, secondo il mito greco era figlio di Zeus e di Danae.
Purtroppo un oracolo aveva predetto al nonno Acrisio che sua figlia Danae
avrebbe partorito un figlio che lo avrebbe cacciato dal suo regno, sicché il
monarca decise di imprigionarla in una torre ove non avesse occasioni
sentimentali.
Danae era di una straordinaria bellezza e colpì l'attenzione e l'ingegno del
padre degli dei. Acrisio, con la sua torre inaccessibile non potè evitare che
Zeus discendesse a lei dall'Olimpo sotto forma di pioggia d'oro, rendendola
madre con una inseminazione artificiale ante litteram.
Acrisio fece allora gettare in mare Danae e il figlioletto Perseo dentro una
cassa da cui inopinatamente li trasse in salvo Dictys in una delle Cycladi, a
Serifo.
Come in molti film, mai un re o una regina che, malvagi, per commettere il loro
nefando delitto vadano per le spicce, una coltellata, un colpo di
pistola...sempre situazioni mortali da cui però ci si può salvare...acqua che
sale alla gola, fuoco che distrugge una prigione, killer inefficienti e pieni di
buoni sentimenti che riportano come prova di obbedienza un cuore di cervo...
Successivamente Perseo è condotto con la madre da Polydecte, re dell'isola,
fratello di Dictys. Cresce in vigore fisico e intelligenza, in accordo coi
dettami della cultura del tempo che considerava l'attività fisica importante
per la crescita umana quanto lo sviluppo intellettuale; nei giochi mostra
particolare interesse se non attitudine per il lancio del disco, ed era il suo
destino che tramite quella vocazione atletica si preparava...
Polydecte gli affida l'impresa di andar a prendere la testa di Medusa, una delle
Gorgoni, , il cui sguardo faceva divenire di pietra.
Le mostruose Gorgoni, secondo Esiodo si chiamavano Stheno (la violenta), Euryale
(l'errante che arriva per ogni dove) e, appunto Medusa (la dominante, la
potente).
Perseo è aiutato da Hermes da Athena, in qualche modo suoi fratellastri e, nel
programma, sottoprogrammi.
Hermes, messaggero ed esecutore della volontà degli dei, colui che con la
destrezza conduce ogni impresa a buon fine, arrecatore dei sogni, costruttore di
strumenti musicali quali la lira e la siringa, un flauto a canne, inventore
delle lettere e delle cifre come dei riti religiosi e del discorso abile e
prudente, che guida sulla giusta via, era tra l'altro, dio della ginnastica.
La figura divina di Athena era caratterizzata dalla prudenza e dalla forza,
dall'operosità dalla tutela dei giovani coraggiosi, degli uomini saggi e
valorosi e delle donne intelligenti e virtuose (non a caso nell'Odissea protegge
Telemaco, Ulisse e Penelope). Più ancora(in maniera pertinente al programma,
era venerata come dea delle arti, di ogni sapere e scienza e (ante litteram)
della tecnologia, in quanto sapere e scienza applicati, poiché le si attribuiva
l'invenzione dell'aratro, delle briglie per governare i cavalli, delle tecniche
di uso del fuoco e di tutte le competenze operative nel mondo antico assegnate
alle donne. Vigilava sulla giustizia, sui tribunali e le assemblee popolari,
sicché, vi fossero state a quei tempi le Consulte Provinciali degli Studenti,
probabilmente i greci avrebbero affidato a questa dea il buon esito delle loro
prime elezioni dirette ex DPR 156/1999.
Athena era vergine e bella "benché avesse gli occhi azzurri"
(Luciano), particolarmente bellicosa e combattiva quando doveva difendere le
città le rocche e i porti a lei cari. La sua guerra era condotta con
avvedutezza ed ordine, mentre quella di Ares si caratterizzava per combattimenti
feroci e sanguinosi. Era la figlia prediletta di Zeus che le perdonava anche
quando osava opporglisi.
Coadiuvato da Hermes ed Athena Perseo giunse presso le Graie, (Pephedo, Enyo e
Deino) personificazioni dei gradi della vecchiezza, che erano tre ed avevano,
fra tutte un solo dente e un solo occhio, rubò loro le due preziose protesi e
le costrinse, per riaverle, a indicargli la strada per le Ninfe, dalle quali si
rifornì di sandali alati, di un capace fatato tascapane e dell'elmo di Hades
che rendeva invisibili. Dai suoi divini aiutanti aveva ricevuto altri due doni
strategici: Hermes lo fornì di una falce affilata (ma non di un martello!) e
Athena di uno specchio.
Come in un videogioco, così equipaggiato Perseo arrivò dalle più tremende e
pericolose sorelle delle Graie, le Gorgoni e le trovò a Tarteso vicino
all'Oceano, che dormivano....(...)
Fin qui il mito e le suggestioni che hanno presieduto all'intitolazione di
programma e sottoprogrammi.
Riuscirà il programma Perseus a seguire le orme del suo eroe eponimo e, a
rifondare l'educazione fisica nella scuola? Riuscirà ad aver ragione delle
vecchissime Graie, che, come malattie croniche, affliggono la scuola, la
dispersione scolastica, il disagio giovanile, la carenza di orientamento
formativo e, magari, delle tremende Gorgoni che affliggono lo sport, la violenza
e la tentazione del doping di Stheno, la spettacolarizzazione in tutto il mondo
di Euryale e l'influenza del potere, in particolare di quello economico e della
logica del profitto, di Medusa? Forse no, ma con l'aiuto di cultura scienze ed
arti, dei docenti e degli operatori scolastici, potrà forse contribuire a
difendere la scuola dagli attacchi dei mostri dell'età moderna ed a fondare
nuove "città" dello sport, nuove dimensioni dello sport scolastico.
Il lancio fatto del programma il 27 settembre 1999 a Massa, in occasione delle
finali degli sport di squadra dei Giochi Sportivi Studenteschi organizzati dal
Ministero della Pubblica Istruzione ha colpito (stavolta volontariamente e)
definitivamente il vecchio sistema e ne ha avviato la riforma.
Ora che Perseo ed i suoi ci aiutino!
Con qualche taglio, il programma Perseus, ho intenzione di metterlo in appendice, se l'editore me lo passa, come materiale per capire un personaggio, dato che si dice che Calcedoni se l'è scritto quasi tutto da solo. Chi se lo andrà a leggere non dovrà chiedersi, come tutti noi perché diavolo i sottoprogrammi avevano quei nomi altisonanti e che facevano tanto cultura. Mi pare che il personaggio di Calcedoni meriti di essere approfondito un po' perché è pieno di contraddizioni. A sentir lui, il suo amico Bloomen, un giallista altoatesino, o sudtirolese, vedete voi, parla sempre del fascino della contraddizione e dice che è una frase di Dashiell Hammett...come se una frase detta da uno potesse giustificare un casino di cose che non vanno d'accordo tra loro. Contraddizioni a parte, Calcedoni in questa storia, anche se è rimasto ai margini, è stato risolutivo e non tanto per quella frase che mi ha dato l'input per svelare il mistero, che poteva dirmela un altro, o venirmi in mente da solo e via dicendo. E' sempre un burocrate, intendiamoci, ma a modo suo si sa prendere in giro, non è del tutto rovinato dalla vita al ministero e dalle cartacce che maneggia, scrive gialli, è un patito del cinema degli anni quaranta e via dicendo. Si occupava in quel tempo anche delle Consulte e pare che ci credesse. Ora non so più nemmeno dove è finito, risucchiato dal Ministero e dalle pratiche. La frase che mi ha detto è questa "se uno vuole a tutti i costi far comparire che ha fatto qualcosa di male, anche se non è vero, vuol dire che ne ha fatta una peggio che vuol coprire.Non è un gran che come frase e bastava che mi venisse in mente il concetto di alibi, ma non mi stava per niente venendo in mente e da quella frase contorta m'è partito il ragionamento fatale. A quei tempi, comunque, Calcedoni non lo potevo tanto vedere e mi seccava che avesse scelto il nostro giornalino di Viterbo per questo dossierino sul doping. Il ciccione mi seccava e mi metteva in agitazione, e così via e poi quel fatto lo sentivo come una colonizzazione...Non capivo perché diavolo ci volesse coinvolgere e il nostro giornalino mi pareva dovesse restare tutto nostro.D'altra parte non era politically correct rifiutare di collaborare contro il doping e avevamo pure un sacco di idee, anche se confuse, ingenue, poco giornalistiche e così via. Nel prossimo paragrafo provo a mettere la prima persona di Tardi in una situazione di redazione del giornale.
Mi seccava che la Corbo avesse trovato il modo di farmi una
lezione, ma dovevo ammettere che aveva ragione se quella roba che era arrivata
da Roma in redazione rispecchiava gli intenti dell'Ispettorato e via dicendo.
Lei insisteva per insegnarci piccole frasi famose, diceva che più di una frase
i nostri cervellini non riuscivano a capire ed era pure grasso che cola ed in
una un poeta, Sbarbaro, diceva che lo scontento di ciò che hai scritto e il
concime di ciò che scriverai.
Ben concimato potevo apprezzare le poche pagine venute da Roma. Intanto avevano
consentito che i messaggi delle autorità calassero in terza pagina, ci avevano
concesso tutto lo spazio che riuscivamo ad empire ed avevano mandato per la
prima pagina la foto di una spendida ragazza che usciva dalla piscina con la
maglietta bagnata.
Mi piaceva quel testo che avevano messo sotto alla bonona. Picchiava duro ma
andava al bersaglio!Si intitolava Doping-fai-da-te.
Doping-fai-da-te Non c'è solo il doping offerto o imposto da mascalzoni senza scrupoli attirati dal miraggio di soldi facili fatti sulla pelle di giovani ed atleti di ogni età. Molti giovani si procurano da soli, magari nei retrobottega dei negozi specializzati in integratori alimentari o presso palestre e ambienti sportivi non controllati, qualche volta persino, senza ricetta, in farmacia, (come ha testimoniato la trasmissione televisiva "Le jene" della Mediaset), farmaci come steroidi ed anabolizzanti e tutta una serie di miscugli e sostanze che poi assumono, senza controllo medico, senza neanche rispettare le posologie del "bugiardino, il foglietto accluso alla confezione di un farmaco, come fosse la cosa più normale del mondo. E tirano avanti per prova ed errore come giocassero (con se stessi come cavie) al piccolo chimico. Cresce dunque il doping-fai-da-te. Spesso il motivo di tanta stupidità non è la prestazione sportiva eccezionale ma la difficoltà di aver relazioni serene e mature con le ragazze. Ci si dopa da soli per avere più muscoli, per imbellirsi, per sembrar più "uomini", per rimorchiare, per cuccare... Già questo è un comportamento assurdo, un "delitto" che va contro la percezione della sessualità come valore, risorsa inestimabile da preservare, da non scambiare con frammenti di divertimento, di impulsività, di consumismo affettivo disconnesso da profonde dinamiche relazionali ma da gestire nell'amore, nella gioia e nella felicità di un maturo dare e ricevere mai solo fisico. Ma in questo caso "C'est plus d'un crime, c'est une faute" (Talleyrand) è più di un delitto, è un errore, perché doping, anabolizzanti e steroidi fanno male al sesso e distruggono la potenza sessuale. |
Mi rigiravo ancora in mano la foto della ragazza quando
Delpino mi mette una mano sulla spalla.
-M'hanno detto che non puoi usare la macchina, io sono a disposizione.Hai
qualcosa per me?
-Munizioni della Corbo contro Battilocchi, se ho capito bene. Ci sono le
etimologie del Perseus e degli altri sottoprogrammi eccetera eccetera. Se leggi
tutti questi nomi puoi fare il compito in classe con noi giovedì.
-La Corbo è a posto. Avevo paura che spifferasse la mia richiesta a Battilocchi
e mi facesse prendere in giro da lui.
-E' a posto ma è una gran rompiscatole.Una suora laica, tutto per la scuola e
così via.
-Rompiscatole, certo, come me quando ti dico che ti stai ingrassando e metti su
pancia.Ho materiale per voi...
Da un po' di tempo cominciavo a frequentare troppo Delpino, che oltre a non
essere della mia stessa parrocchia, guardava come se puzzasse la mia maglietta
del "Che".
-Un libretto che è uno scoop.Non dicevate che era strano che nessuno avesse
pubblicato un bel libro sul problema del doping? Eccolo!
Osservai il libretto striminzito che brandiva come un trofeo. Quello era lo
scoop?
-Un ciclista che è stato maglia rosa al Tour s'è pentito, o perlomeno
collabora!
Erwann Menthéour, sarà pure stato maglia rosa ma era un Carneade, come avrebbe
detto Manzoni o il professor Rambelli
-Ha parlato alla televisione, ha pubblicato un libro, ha confessato, si è
difeso, ha accusato. Tutto scritto qui con un sacco di particolari.
-Roba sicura?
-Niente affatto. Anche se al Tour del 1998, Willy Voet, il massaggiatore della
squadra Festina è sorpreso alla frontiera franco-belga carico di
"roba" dopante, e lui me parla. Ma qui non si può essere sicuri di
niente.
- Allora non è da considerare al di fuori di un vaglio critico, come dice, a
Storia, la Bertonelli, .
-Certo, chi di noi è in grado di controllare quello che dice? Comunque è un
documento prezioso, viene da dentro il mondo del doping, una testimonianza di
vita, io nella rivista ce lo metterei.Ci sono delle frasi e dei pezzi da fine
del mondo! Senti qua:Quali che siano i pericoli, tutti sanno che il Pfc
sta rimpiazzando l'Epo. Più discreto, agisce solo sull'emoglobina senza
modificare l'ematocrito. Il progresso non si ferma...
-Il progresso non si ferma...potremmo metterlo come titoletto della
citazione...Ma possiamo citarlo questo Menthéour?
-Penso si debba chiedere il permesso alla casa editrice, che ci facciano mettere
dei pezzi...
Presi in mano il libretto.-... e noi ci scriviamo " Da "Il mio
doping" di Erwann Menthéour., (con la collaborazione di Christian
Blanchard) per gentile concessione di riproduzione per le scuole della casa
editrice, Baldini &Castoldi, di Milano.
-Potrebbero essere contenti, in fondo è anche pubblicità, facciamo conoscere
il libro ad almeno trentamila persone...
-Allora ce la facciamo a fare trentamila copie?
-Questo lo deve assicurare il Ministero.
-Be' noi abbiamo spuntato un bel prezzo in tipografia
Delpino era particolarmente soddisfatto della sua trovata. Avrei dovuto
verificare che quel libro era veramente più unico che raro.
-Cita pure, in Italia, «La Gazzetta dello Sport» e il rapporto di un certo
Sandro Donati, dirigente Coni, che rivelava l'uso intensivo di Epo, l'ormone
della crescita e di altre droghe in tutti gli sport, oltre che nel ciclismo.
-Sarebbe da contattare questo Donati, chiedergli un pezzo per noi e così via.
-Niente di più facile, Tardi, lo vedrò tra poco a Massa Carrara, è il
direttore scientifico del corso d'aggiornamento del Ministero. Un intervento
sulla rivista non ce lo nega.Ti ho portato pure Andersen...
-Andersen?
-Sì, quella mia idea che bisogna dire che il re è nudo, ti ricordi?, era un
accenno alla favola dei vestiti dell'imperatore di Hans Christian Andersen. Ecco
il libro, l'ho rimediato in biblioteca professori, fantastico non ti pare? Ti ho
evidenziato il pezzo che potreste metterci.
Il Delpino che leggeva le favole di Hans Christian Andersen!E cercava il libro
in sala professori, un mito.
Non ci sono più i picchiatori fascisti di una volta, e via dicendo, dovevo dire
che quell'omone ci stava dando una bella mano, era un alleato, come diceva
Battilocchi che dopo il convegno di Alleanza Nazionale di Fiuggi lo aveva
soprannominato il picchiatore alleato.
Lessi il brano che aveva segnato con un evidenziatore celeste.
" (...) L'imperatore si spogliò e i due imbroglioni fingevano di
porgergli, pezzo per pezzo, gli abiti nuovi, che, secondo loro, andavano
terminando di cucire; lo presero per la vita come per legargli qualcosa stretto
stretto, era lo strascico; e l'imperatore si girava e si rigirava davanti allo
specchio.(...) I ciambellani che dovevano reggere lo strascico, finsero di
raccoglierlo tastando per terra; e si mossero stringendo l'aria; non potevano
mica far vedere che non vedevano niente.
E cosi l'imperatore aprì il corteo sotto il sontuoso baldacchino e la gente per
le strade e alle finestre diceva: - Dio! sono di una bellezza incomparabile i
vestiti nuovi dell'imperatore! che splendida coda dietro la giubba! Ma come gli
stanno bene! - Nessuno voleva mostrare che non vedeva niente, perché se no
significava che non era degno della carica che occupava, oppure che era molto
stupido. Nessuno dei tanti costumi dell'imperatore aveva avuto tanta fortuna.
Ma se non ha niente indosso! - disse un bambino.
Signore Iddio! La voce dell'innocenza! - disse il padre, e ognuno sussurrava
all'altro quello che aveva detto il bambino.
Non ha niente indosso! C'è un bambino che dice che non ha niente indosso! Non
ha proprio niente indosso! - urlò infine tutta la gente. E l'imperatore si
senti rabbrividire perché era sicuro che avevano ragione; ma pensò: « Ormai
devo guidare questo corteo fino a. a fine! » e si drizzò ancor più fiero e i
ciambellani camminarono reggendo la coda che non c'era per niente."
-Ci metti la citazione: "Da I vestiti nuovi dell'imperatore, in Hans
Christian Andersen, Fiabe, Torino, Einaudi, 1970, 110. E sei a posto, le
Consulte fanno la parte della voce dell'innocenza.
Delpino era pieno di buona volontà ma il ricordo della Corbo mi faceva
piuttosto severo.-Non la metterei in questo modo, se no, sembriamo bambini
piccoli, e via dicendo.Poi si perde la presa di posizione politica...Invece ci
metterei un titoletto come "Chi continua a reggere lo strascico?"
Mi accorsi troppo tardi che quell'accenno alla posizione politica lo
infastidiva.
Era dura per Delpino collaborare col Presidente rifondarolo delle Consulte
Provinciali degli Studenti, ma non era colpa di nessuno di noi due se nello
sport-impresa si integravano aspetti politici, sociali, etici ed educativi che
ci costringevano a lavorare insieme, perché, con tutte le potenze economiche di
fronte, aziende farmaceutiche in testa, richiedevano strategie che la
generazione prima della mia avrebbe considerato impensabili e così via.
Fummo d'accordo anche nel considerare troppo scolastico e nel bocciare il
progetto per una striscia a fumetti che aveva preparato Cinzia.Il titolo era
"Il dubbio" e c'erano due teste alla Simpson che parlavano:
-La prof ci ha fatto fare il De bello Gallico.
-E allora?
-Ma come mai Asterix ed Obelix non ce l'hanno fatta alla fine a sconfiggere
Cesare e i Romani?
-Hai presente la pozione magica?Squalificati per doping.
Quella poveraccia, secchiona ma volenterosa aveva pure portato del materiale per
disseminare le pagine di box che avrebbero dovuto renderle più mosse ed
interessanti e via dicendo.
E' tornata l'età dell'oro (anche nello sport)
E questa è proprio, ormai l'età dell'oro:
con esso puoi comprare anche l'onore
più alto, il risultato ed il decoro
con l'oro oggi si acquista anche l'amore.
Ovidio, Ars amatoria, II, 277-78
* * *
Lilies that fester smell far worse than weeds
W.Shakespeare, Sonetto XCIV
* * *
Se a color cui il doping danno
Si leggesse in fronte scritto
Quanti mai che invidia fanno
Ci farebbero pietà
P.Metastasio, Giuseppe riconosciuto, I (con qualche modifica)
Se ne andò tutta sconsolata, povera Cinzia, che è
intelligente e secchiona ma tanto carina e ha un bel seno, bei fianchi, un culo
parlante, gli occhi più dolci che abbia mai visto e compagnia bella.
A quel punto ebbi paura di tirar fuori la mia telecronaca dall'Iliade. Mi
censurai da solo, troppo scolastico, aveva ragione la Corbo.
Siccome la rivista ho intenzione di metterla tutta, alla
fine, in appendice, assieme al Pesreus, a parte questo pezzo che è andato in
prima pagina, mi pare il caso di riportare qui, d'ora in avanti, solo i pezzi
che abbiamo censurato, che ho recuperato grazie all'idea di Battilocchi junior,
e al Bidello (che non è un collaboratore del preside appartenente al personale
a.t.a, .amministrastrativo tecnico ed ausiliare).
E' stato il Bidello che, con la scusa di far pratica dall'avvocato Buscherini mi
ha raggiunto con facilità e mi ha portato qui in galera il fascicolo della
redazione.
Mi rendo conto che è con un pizzico di malignità che trascrivo nel prossimo
paragrafo il contributo della Corbo, caduta vittima della sua stessa
impostazione censoria eccetera eccetera.
L'interesse degli studenti per gli intrecci tra educazione
alla salute, lotta contro il doping e educazione fisica e sportiva si coniuga
oggi con la riaffermazione del diritto alla salute come diritto costituzionale
fondamentale e con l'approfondimento dei modi della sua tutela. Le Consulte
considerano necessario avviare nelle scuole un approfondimento sull'art.32 della
Costituzione, sulla garanzia costituzionale del diritto alla salute, sulla sua
attuazione anche in rapporto all'uso di sostanze dopanti, sulle attività
motorie, sull'educazione fisica e sportiva, sui particolari rapporti personali
tra medico e atleta, su altre tematiche particolarmente complesse quali la
rappresentazione culturale del corpo, il principio della legalità, la par
condicio degli atleti e l'incertezza sul risultato finale di un confronto
agonistico come elementi basilari di un'etica sportiva.
I consigli di classe sempre più dovrebbero assumere la funzione di
catalizzatori di studi, approfondimenti ed itinerari didattici disciplinari o
interdisciplinari.
I contenuti del diritto costituzionale alla salute devono essere riscoperti
urgentemente come base per una serie di moduli e di competenze.
Prima di tutto bisogna aver coscienza che i condizionamenti ideologici sono
molto forti nel settore. Bisogna aver coscienza del fatto che c'è una serie di
luoghi comuni e slogan che bisogna sfatare, perché sottilmente ingannatori.
Ormai non si contano gli slogan che fanno dello sport uno dei migliori antidoti
alla droga e dell'attività sportiva lo strumento principe della lotta contro le
tossicodipendenze.
Anche gli atleti più gonfi di nandrolone sono sempre ben felici di partecipare
ad iniziative un cui si condannano le droghe ed essi stessi sono additati ad
esempio.
Assistiamo a situazioni in cui le migliori intenzioni, non assistite da una
precisa conoscenza della realtà portano ad esiti ipocriti e truffaldini.
Tutto da dimostrare, è il postulato che sempre ed in ogni caso praticare sport
faccia bene alla salute e favorisca quelle sane abitudini di vita che davvero si
contrappongono all'uso della droga.
Purtroppo tra mondo dello sport e tossicodipendenze c'è un rapporto che ormai
non è più di opposizione.
L'interfaccia tra sport e droga è il doping. Cominciare ad usare ed abusare di
qualsiasi cosa per incrementare la capacità di prestazione sportiva è anche
una porta verso la droga.
Il fenomeno del doping non è, intanto, più un problema limitato allo sport
professionista e non riguarda più solo i grandi campioni. Il campione che si
dopa, poi, non veicola più valori di vita sana, disciplinata e sane abitudini
alimentari, tutt'altro, è veicolo di disvalori, quelli per cui chi si dopa, con
sostanze dannose alla salute è premiato dal successo.
Il cattivo esempio facilita la diffusione di doping negli amatori e tra i
giovani, tanto più facilmente in chi già per conto suo non ha abitudini di
vita sane ed usa sostanze come alcool, tabacco e altre droghe, leggere o
pesanti.
In ogni caso per accompagnare il doping è spesso consigliato l'uso combinato di
altre sostanze, tra cui non sono assenti le droghe. Gli anabolizzanti si portano
quasi sempre appresso eccitanti, stimolanti e diuretici. Si è visto, in
ricerche specializzate, che chi si dopa è più disponibile a drogarsi e
comunque il doping viene esso stesso considerato giustamente un caso speciale
tra tutti quelli che lo studio delle tossicodipendenze investe.
Se i campioni si dopano, quelli che vogliono imitarli, lo fanno anche loro, è
emblematico che quando un certo campione di baseball ha confessato di che
sostanza si dopava, la vendita del farmaco che la conteneva è schizzata alle
stelle.
La crisi della morale sportiva è lo scenario di tutto quanto accade. Non che
prima non si infrangessero le regole... Ce lo tramanda Pausania il caso di un
certo Eupolo, che fu multato ma rimase vincitore truffaldino delle Olimpiadi.
Con il tempo -e in particolare di recente si è registrata una folle
accelerazione- non solo un numero sempre più alto di atleti, allenatori,
dirigenti ha trasgredito le norme ma, palesemente nessuno è stato punito, segno
che lo stesso sistema sportivo aveva tutte le intenzioni di chiudere tutti e due
gli occhi. Per questo molti se ne sono andati del tutto disamorati o umiliati
dai risultati di chi beveva le magiche pozioni, per questo tutta la piazza è
stata lasciata ai più integrati nelle nuove, permissive, regole del gioco.
C'è un peccato originale anche nei fondamentali dello sport del buon tempo
antico: il superamento dei limiti individuali, con un dato quantitativo che
diventa valore assoluto. Excelsius, o excelsior, come dicevano allora, qualcosa
che rischiava di produrre, ed ha prodotto un processo incontrollabile ed, alla
lunga aberrante. Prima poi era quasi tutto volontariato, ora c'è il
professionismo degli operatori sportivi e. più ancora, la professionalizzazione
dei ruoli, ed il fatto di conquistare successi sportivi e conservarli, la conta
delle medaglie, tutto è diventato necessario, non foss'altro perché il
professionista strapagato possa giustificare il proprio ruoli ed i quattrini che
pretende.
Siamo giunti ormai alla pretesa di distorsione dell'attività sportiva
giovanile, il tesseramento sportivo sempre più precoce dei ragazzini, dei
bambini, fra poco dei lattanti (ma non è lavoro minorile?). Poi la selezione a
tutti i costi, che strumentalizza brutalmente quelli che sembrano aver stoffa e
getta fuori gli altri.
Questo vorrebbero addirittura che si facesse a scuola!
Anche gli Stati hanno fatto la loro parte: la Germania dell'Est e la Cina e
tutti i paesi comunisti che hanno organizzato il doping di stato hanno dato il
cattivo esempio all'Occidente, dove gli interessi delle case farmaceutiche hanno
preso il posto delle motivazioni politiche e di propaganda.
L'emanazione recente della legge 14 dicembre 2000 n.376, recante norme sulla
disciplina della tutela sanitaria delle attività sportive e della lotta contro
il doping, pubblicata nella Gazzetta ufficiale n.294 del 18 dicembre 2000 fa
piazza pulita poi di altri slogan, per cui lo sport è qualcosa di cui
l'ordinamento statale non deve occuparsi, rimesso alla lungimirante e
spassionata cura degli ordinamenti sportivi.
L'ltalia è il seconda Paese al mondo ad essersi dotato di una normativa
specifica contro il doping. Dopo la Francia.
Per questo i docenti che insegnano discipline giuridiche dovrebbero essere
considerati con priorità interlocutori privilegiati, assieme a quelli delle
attività motorie, dell'educazione fisica e sportiva, delle scienze biologiche,
tenuto anche conto che dalla lotta al doping si dipartono, come in un ipertesto,
ambiti di approfondimento che riguardano l'ordinamento giuridico del Coni, in
buona parte finora incomunicante con l'ordinamento statale e governato da norme
che traggono ispirazione dall'ordinamento supernazionale del Comitato Olimpico
Internazionale (Cio) e l'attività sportiva di molti atleti che ha assunto
carattere professionale e si qualifica come lavoro dipendente o lavoro autonomo.
II testo di Legge italiano introduce Ia definizione legale del doping e pone il
principio fondamentale per cui lo sportivo deve essere considerato un soggetto
sano e conseguentemente sono equiparate al doping (inteso come farmaco a
sostanza compresi nelle liste vietate) la somministrazione a l'assunzione di
farmaci e sostanze non giustificate da condizioni patologiche.
Originariamente anche il Cio considerava doping l'uso non solo di sostanze
sintetizzate chimicamente ma anche di sostanze di origine fisiologica, se
assunte per vie anormali a in quantità abnormi, allo scopo di incrementare
artificialmente Ia capacità di prostazione.
Poi però i cosiddetti ordinamenti sportivi hanno cominciato a razzolare male e,
di fatto, nella pratica hanno fatto i formalisti e, burocraticamente si sono
limitati a considerare doping solo l'uso di sostanze comprese in certe liste
vietate. Magari potranno dire che non potevano far altro, perché avevano solo
lo strumento dei controlli anti-doping, certo lo Stato, per fortuna, ha molti
altri mezzi di repressione ed ora, dopo la legge, potrà utilizzare tutti quelli
che ha per la lotta contro il crimine. Perché lo Stato deve tutelare la salute
e combattere l'illegalità.
Eppoi la lista nera del Cio lo Stato si riserva di aggiornarla ed integrarla,
anche da solo, senza limitarsi alle future decisioni del Cio.
Da approfondire ci sono molte cose e lo sforzo comune di studenti e docenti ha
molti spazi per realizzarsi.
La scuola dell'autonomia deve seguire e sostenere gli studenti mentre affrontano
i problemi che la società di oggi pone loro e verso i quali la stessa cultura
degli adulti è perplessa, è in fase di ricerca, in qualche modo fornisce
risposte confuse e incoerenti.
A parte che con quell'accenno ad altre droghe la Corbo
voleva dire che anche il tabacco e l'alcol sono droghe e a me pare eccessivo,
anche se ho smesso di fumare da due anni, che qui cominciamo ormai a fare la
caccia alle streghe a chi fuma e beve il vino, e lasciamo i pericoli veri della
società sani e liberi, e così via.
Il testo è raffazzonato, dice un sacco di cose giuste ma senza ordine e, in
maniera poco interessante per gli studenti E poi Pausania, proprio lei che mi
aveva criticato per la radiocronaca mitologica non se lo doveva lasciar
sfuggire.Ci ho sentito anche le informazioni, se non la mano di Delpino, specie
in quell'accenno ai paesi comunisti, ma mi sembra strano che la Corbo si sia
fatta aiutare da un simile alleato.
Questa storia dell'ordinamento giuridico del Coni che è riuscito ad essere,
anche se in parte, non comunicante con l'ordinamento statale mi stuzzica un po',
anche se non posso dire che m'attizza.
In fondo Giurisprudenza non è il peggior di tutti i mali per uno che voleva
fare filosofia, - ma poi come mangi, filosofia non ti procura da mangiare e
persino Kafka si è iscritto a Legge e compagnia bella..Certo non farò medicina
come la piccola madre.E poi in fondo anche se ti iscrivi a lettere antiche e
diventi professore di Greco antico come Nietsche, niente ti impedisce di fare
poi quello che ti pare, magari facendo proprio come Nietsche, che ha vissuto da
pensionato baby.Se per quando ci sarò io sarà ancora possibile.
Il Bidello mi ha detto che lo sport in Italia è governato da norme che si dice
traggano forza (e non l'ispirazione di cui parlava la Corbo) dall'ordinamento
supernazionale del Comitato Olimpico Internazionale (Cio).
Mi pare una cazzata, molto utile ai padroni dello sport e via dicendo, ma
insostenibile, specie ora che come dice la stessa Corbo, l'attività sportiva di
molti atleti ha assunto carattere professionale e si qualifica come lavoro
dipendente o lavoro autonomo.E L'Unione Europea ci ficca il naso e comagnia
bella.
Ma il Bidello che un po' con l'università è cambiato, dice che a Legge per
dire che una cosa è una cazzata ci devi passare sopra un anno a studiare.
La storia del doping, comunque non si spiegherebbe con un ordinamento giuridico
serio come, con tutti i suoi limiti, quello dello stato. E'una giurisdizione che
pare proprio casalinga, con norme più utili a mantenere il potere e la difesa
degli interessi dei forti che per tutelare tutti. E difatti sul doping, finché
non si sono messi in mezzo gli organi dello Stato non si è schiodato niente,
eccetera eccetera.
E poi il doping non è l'uso di sostanze che sono state proibite dalle Autorità
sportive (Cio), secondo me, ma tutto quello che si assume per aumentare in
maniera artificiale e, quindi, sleale le prestazioni durante le gare.
Battilocchi era sudato da far schifo, rosso in faccia e
nonostante i continui allenamenti di pallone, un po' sulle gambe.
-Ehi, ma non è Tardi?Lo sa la dottoressa che sei venuto in discoteca?-mi sfotte
ed in realtà mia madre rompe tanto i coglioni quando esco la sera. Anche prima
che distruggesse la macchina, era più le volte che me la negava di quelle che
me la lasciava prendere.
-E lo sa tuo padre che sei stronzo come lui?-mi scappò detto e fu l'inizio di
una bella amicizia, perché non se la prese per niente.Non gli venne nemmeno in
mente di raccontarlo al padre. Gliene fui riconoscente e tutto il resto.
Non ero stato prudente perché il padre era professore della A e già io col
fatto che ero presidente della Consulta provinciale cominciavo da meno 200,
eccetera eccetera. Non ero stato prudente a chiamare per nome uno stronzo che
poteva essere vendicativo, ma ero incazzato, il pomeriggio c'era stato il
funerale di Sarnelli e in quel momento mi sentivo un cretino, accaldato e senza
Cinzia, che contrariamente alle voci, non era venuta, e così via.
A saperlo mi facevo una seratina D&D con Filippo, Daniele, Guglielmo e gli
altri
-Bravo- mi fa cordiale, indicando il mio bicchiere.
Mi giravo tra le mani un Long Island ice tea, una bomba fatta di rum, gin vodka
e triple sec e via dicendo. Il nome deriva dal limone zuccherato che si aggiunge
assieme a una spruzzata di Coca Cola. Una quarantina di gradi che ha l'aspetto
del tè freddo.
-Fai bene a non bere alcol- continua garrulo, invece di andarsene affanculo -Io
bevo sempre solo sorsi di natura...
Mi si siede vicino e ordina due ritual.Come diceva Monty Clift, a me non
piacciono i vizi, però mi piace bere.
-Ti faccio assaggiare qualcosa che ti convince.
Avrei volentieri fatto a meno della sua compagnia, ma aveva già incassato e
rimosso lo stronzo al padre e il mio drink cominciava a farmi socievole.
-L'alcol ti scalda e ti abbiocca-mi spiega avvicinandomi il bicchiere appannato-
questo invece è dissetante...e ti da energia.
-Sarebbe?
-Meglio del tuo tè.Guaranà, taurina e caffeina... tutto analcolico ma una
sferzata!
Ero interessato. Quando esce una bibita nuova, almeno una volta la devo provare
e così via. Scostai il mio bicchiere mezzo vuoto e mi rinfrescai le mani sul
suo ritual. Dissetante era dissetante. Sul sapore ci dovevo pensare.
-Tutta roba naturale...-commentò ancora Battilocchi Junior che mi osservava
fiducioso.
-Anche la cicuta è naturale.
Rise in maniera simpatica. - Troppo Tardi per una battuta.Dopo ti faccio
assaggiare il cane d'arancio...
-Il cane?-Un sorso del mio mi riconciliò con la vita.
-Sì.Succo d'arancia, guaranà caffeina e vitamine... uno schianto- Smise per un
po' di sorridere- Se avesse bevuto questa roba il pirata non avrebbe messo sotto
Sarnelli.
-Magari l'investitore non era ubriaco-replicai riprendendo il mio bicchierone
schiettamente alcolico e scolandolo tutto.-Ma questa roba è un piacere o una
cura?
-Tutt'e due...
Battilocchi Junior aveva un modo tutto suo di guardarti mentre lasciava una
qualsiasi frase o parola in sospeso:qualcosa a metà fra il saputo e il
rincoglionito.
- Da quando sono passato all'analcolico mio padre non rompe più quando torno a
casa...Rientro a qualunque ora e sempre in condizioni accettabili. Niente guai
con la polizia... e niente multe.
Mentre guardavo con diffidenza il cane d'arancio non potevo fare a meno di
pensare che anche per disattivare mia madre poteva essere una buona idea. Il
termos di caffè che mi coccolavo sotto il sedile dell'Ibiza e via dicendo
salvava magari il viaggio di ritorno ma non sistemava la nottata.
-Effetti secondari?
-Scopi come un toro... La taurina è un aminoacido, già presente nei muscoli...
migliora il trasporto del glucosio e il metabolismo delle proteine.
Avrei voluto segnarmi da qualche parte quelle giuste nozioni, che oggi mi fanno
pensare che esista pure un doping perfettamente legale, e che si comincia col
caffè gli eccitanti, e così via, ma quella sera non ero lucido e il pensiero
della morte di Sarnelli mi fece ordinare un altro dei miei tè al barista.
-E se fosse stato un whistleblower?-buttai lì, pronto a spiegare che cosa
significava quella parola, ma Junior la conosceva e fece una faccia cupa.
-Lo sai anche tu, allora, che sparlava di tutti.
-Se l'era presa per certi commenti del Mister e continuava a dire che gliela
avrebbe fatta pagare.
-A proposito...ti pago un altro giro dei miei?
-Ma dove te li peli tutti questi soldi?
-Sto caldo.
-Hai ammazzato qualcuno?
-Quasi...Sempre un delitto...Mi hanno pagato per mentire.
-E a chi gliene frega niente se menti?
-Gliene frega per mezzo milione. E me l'hanno dato quando ho detto che ero in un
certo posto, a Viterbo, venerdì.
-Mezzo milione?E chi te l'ha dato?
-Non te lo posso dire ma c'entra qualcosa l'avvocato Buscherini, perché è da
lui che si andava a firmare.
-Bell'avvocato.
-Sono tutti così. Ha pagato altri tre paraculi, prima di me e ancora non ha
chiuso bottega.
-E se qualcuno ci rimette?
-Solo il Mister e solo qualche soldo, la franchigia dell'assicurazione.Ho detto
che aveva torto in un tamponamento...e tu dovresti...
La mente mi girava di qua e di la.-Ma a proposito di mister, Sarnelli diceva la
verità o no?
-Che vuoi che ne sappia? Non credo che il Mister arrivasse al doping ma certo ce
lo diceva spesso che ci dovevamo aiutare se volevamo combinare qualcosa.
Integratori e basta, però, niente che facesse male, certe pasticchette rosse ed
altre capsule blu che sono innocue e fanno veramente bene.
-Bene a che?
-Ti fanno sentire in gamba, fico, in salute, forte come una bestia.
-E Sarnelli perché si lamentava?
-Il mister veramente l'aveva preso sott'occhio...non so, perché gli andava
contro qualsiasi cosa dicesse, non voleva neanche bere la Coca Cola. E Sarnelli
aveva cominciato a giocar male e lui lo sfotteva ed anche qualcuno di noi...ma
io no...pace all'anima sua... Ma lui cominciò ad uscirsene con oscure minacce,
e diceva che suo padre il camion non lo avrebbe guidato più, minacciava di
andare dai carabinieri ed altre strane scemenze che il mister diventava pallido
per la rabbia.
-Il camion?
-Appunto, mi pareva un po' sbroccato...
Il rumore mi dava meno fastidio da un po' e perfino parlare con Junior mi pareva
rilassante.-Ma perché faceva tante storie?
-Aveva sbroccato, te l'ho detto... Gli piaceva essere al centro dell'attenzione,
voleva finire sui giornali. Che poi c'è riuscito ma in un altro modo...
-Quel trafiletto sull'incidente e il pirata della strada non era un gran che.
-S'era messo in testa che ci fosse di mezzo il doping; chiedeva al mister di
spiegare meglio che cos'erano quelle pasticche e cosa non andava
nell'alimentazione, che ci pensavano già i genitori a garantire un
alimentazione sufficiente ad equilibrata;una volta gli chiese che tipo di
alimentazione o di integratori ha usato lui ai tempi in cui era un atleta.
Ero un po' bevuto ma quelle parole mi suonavano interessanti e mi ripromisi di
ripensarci a mente lucida.
Mi stuzzicava quella storia del mezzo milione ed ero incerto se sporgermi un po'
dato che in fondo ero il Presidente della Consulta ed avevo qualche
responsabilità. Ma stavo sulle spese e mezzo milione è mezzo milione...
-E pagherebbe anche me per mentire?
Ebbe una reazione stranissima. Si ammazzò di risate.-No, tu no. Altri paraculi
sì ma a te non ti pagano...offrono mezzo milione a chiunque possa testimoniare
di aver assistito a un tamponamento venerdì scorso a ......all'angolo della
circonvallazione con la tangenziale, dove c'è il semaforo, sai? Ma a te no.
Nonostante le bibite naturali pareva bevuto pure lui.-E perché a me no?
-A me l'ha regalata il Pappalardo quest'occasione, lui aveva già capito cosa
erano disposti a pagare. Ero di ritorno dagli allenamenti, camminavo a piedi
lungo la strada ed ho assistito all'incidente. Una mercedes, guidata da uno che
guidava distratto, ha tamponato la macchina davanti, guidata da una donna.Colpa
della mercedes. Poi i due scendono, fanno la constatazione amichevole, molto
civili e se ne vanno.
-Brutto affare la falsa testimonianza e se poi si prova che non c'eri e così
via?
-Questo è il bello le cose sono proprio andate così, il Mister lo ha ammesso
nella constatazione amichevole.
-Che c'entra il Mister?
-La mercedes è la sua.Così guadagno mezzo testone e mi ammazzo di risate alle
sue spalle.E vado sul velluto, ho visto la constatazione amichevole con la mappa
e le dichiarazioni concordi dell'incidente.
Come Presidente della Consulta mi pareva brutto ficcarmi in un pasticcio del
genere, in fondo non avevo voglia di fregare quel mezzo milione, ma mi seccava
quel fatto che tutti potevano fare quel bell'acquisto meno io e l'insana euforia
di Battilocchi Junior
-Ma perché io no?
-Perché la tamponata era la dottoressa tua madre!
E rideva, rideva.
-Capisci, saresti un testimone interessato...
Quella sera non sarebbe stata solo lei a rimproverarmi, era così che aveva
distrutto l'Ibiza!
Il prossimo documento è un articolo del Capo dell'Ispettorato pubblicato in una rivista, che parla del doping, e per qualche tempo avevamo pensato di metterlo nella rivista ma poi ci è sembrato potesse essere scambiato per lecchinaggio e via discorrendo.
Il ciclismo e Barthes
di Luca Calcedoni
Da quando sono a capo dell'Ispettorato educazione Fisica e
sportiva ho tenuto in quasi tutte le regioni d'Italia incontri di consultazione
e confronto con gli insegnanti di educazione fisica e le loro associazioni.
Dopo una serie di informazioni sulle varie novità che hanno toccato
l'insegnamento dell'educazione motoria, fisica e sportiva e la sollecitazione a
dare contributi, suggerimenti, ipotesi, specie con riferimento a Pèrseus, il
nuovo programma in gestazione per la valorizzazione della disciplina, sempre nei
miei interventi chiarivo come la prevalenza dell'educazione fisica a scuola
fosse indiscutibile base del nostro ordinamento scolastico e che l'attività
sportiva può essere educativa ma non ogni attività sportiva è educativa.
Non lo è quella che cede alle esasperazioni dettate dal profitto e dal
commercio.
In effetti oggi ci sono tante patologie nello sport e sembrano tendere a
valorizzare l'anomia, la cultura della sopraffazione, della prepotenza e della
strumentalizzazione, dell'inganno.
Con questo sport, tutti concordavano che la scuola senza cedimenti dovesse fare
i conti, ed in particolare con le richieste che le vengono fatte d'allenamento
sportivo e di precoce avviamento allo sport, ad uno specifico sport.
La scuola non può correre rischi.
Il precoce avviamento all'attività sportivo-agonistica presenta rischi ancor più
evidenti, tangibili, per il loro impatto sulla salute e l'integrità fisica
degli alunni.
Non ho avuto bisogno di ricordare a nessuno dei miei docenti di educazione
fisica che dal curricolo scolastico e dall'ambito dell'educazione fisica deve
sempre essere escluso ogni fine di cui la persona dello studente possa diventare
strumento.
Dai tempi delle finali dei Giochi della Gioventù dell'anno scorso, a Catania ho
invece dovuto chiarire all'universo mondo un altro concetto altrettanto banale,
che la scuola non solo è contraria al doping ma si batte e si batterà con
tutte le sue forze contro tutti gli strumenti che oltre a violare la par
condicio degli atleti ed a rendere non incerto il risultato finale del
confronto, possano danneggiare la salute dei giovani e ridurre il loro corpo ed
il loro entusiasmo ad una macchina che può essere usata oltre tutti i limiti,
inclusa l'autodistruzione del doping, appunto.
Certe testimonianze valgono oggi più delle circolari ed infinitamente più
delle prediche.
Per il ciclismo hanno cominciato i nostri coraggiosi cugini francesi.
Ma dietro il doping forse c'è di peggio e negli incontri con i docenti di
educazione fisica mi sono lanciato in una piccola provocazione culturale.
Perché penso che vada culturalmente protetto il giovane studente va ad
assistere ad un evento sportivo, un incontro di boxe o una gara di sci, e si
trova di fronte ( sempre più si trova di fronte) la logica pervasiva ed
inarrestabile del wrestling.
Wrestling è termine inglese per lotta, stricto sensu si è volto a
definire la lotta libera, il catch, anzi una particolare variante statunitense
del catch.
Il wrestling è la variante della lotta libera che si fa negli Stati Uniti, coi
lottatori addobbati di costumi colorati e gli arbitri che spesso volano fuori
dal ring. Non è uno sport, è un mimodramma con gli atleti divisi in 'buoni' e
'cattivi', 'simpatici' e 'antipatici', oggetti di identificazione e capri
espiatori.
Nel wrestling, questa colorata, spettacolare e truccatissima espressione del
catch, su cui già Barthes ha scritto tutto molti anni fa, vince chi deve
vincere, il confronto è finzione, le regole sono opportunamente violate dai
giocatori, che arrivano a picchiare l'arbitro ed a gettare magari anche lui
fuori dal ring, e gli spettatori se ne accontentano, a patto che lo spettacolo
vada avanti e che vinca non il migliore ma quello che risponde alle loro
(perverse?) esigenze di divertimento.
Il wrestling è uno spettacolo a sfondo solo vagamente sportivo.
Quanto ai reali significati di questa sorta di perversione assecondata, è
strano come le intenzioni e i preparativi degli organizzatori si coniughino
agevolmente con i desideri e le esigenze degli spettatori.
Così strano che, forse, giungere ad un approfondimento su come si instauri una
tale complicità può illuminare l'orrore che può attendere, dietro l'angolo,
chi ama lo sport.
E' da recuperare, in proposito, l'analisi che Roland Barthes ha condotto più di
vent'anni fa proprio sul catch.
La provocazione culturale è nel fatto che ormai ci si sta avvicinando ad un
tempo in cui il catch (wrestling) non sarà più un caso limite.
L'ipotesi agghiacciante, certo tutta da dimostrare, è che il catch, il
wrestling siano già pervenuti alla fase finale di decadimento che potrebbe in
futuro toccare ad ogni attività sportiva.
In altre parole, la violentissima esaltazione della luminosità della stella
dello sport oggi potrebbe essere forse l'inizio di una supernova che prelude al
collasso finale.
Il fatto è che il catch e il wrestling non sono uno sport vergognoso ed
esecrabile, in sostanza non sono più uno sport, sono, integralmente,
spettacolo, come tale, dunque, in sé, non più vergognosi ed esecrabili di una
rappresentazione teatrale o di uno qualsiasi dei film 'Rocky' seguiti, con tanto
di numero cardinale per l'identificazione, al primo non ignobile prototipo.
Non sono più uno sport, sono, integralmente, spettacolo e forse verso tale
collasso potrebbe correre tutto lo sport agonistico attorno a cui girano i
miliardi.
Notava Barthes l'esistenza di " un falso catch rappresentato con
grandi spese le apparenze inutili di uno sport regolare" è proprio questa,
a ben vedere, la fase preagonica, collassante, verso cui la logica della
spettacolarizzazione e del profitto sta conducendo lo sport.
Le apparenze inutili di uno sport regolare sono un approdo inquietante che si
ancora ad un cittadino-sportivo ancor più inquietante.
In quello che Barthes definisce " vero catch", nel wrestling, "il
pubblico si accorda spontaneamente alla natura spettacolare del combattimento,
come fa il pubblico di un cinema dei sobborghi.(...) Il pubblico si disinteressa
altamente di sapere se l'incontro è o non è truccato, e ha ragione; si
abbandona alla prima virtù dello spettacolo, che è quella di abolire ogni
movente e conseguenza: non gli importa ciò che vede ma ciò che crede."1
Delle due l'una, o si crede che gli spettatori del catch e del wrestling siano
tutti idioti privi di spirito critico e di intelligenza o si ammette che quel
pubblico sappia distinguere molto bene il suo spettacolo dallo sport e se ne
traggono le conseguenze logiche.
Quel pubblico comincia forse ad esistere, la sua infezione si diffonde tra i
giovani, lieti di emozionarsi ma distratti dalla vigilanza sul rispetto delle
regole del gioco, tiepidi col doping e la truffa sportiva, subordinati anche
culturalmente a potentati economici e ad organizzazioni subordinate alla logica
del profitto.
Sportivi così son quasi pronti per il catch di Barthes.
La scuola ha certamente responsabilità nei confronti della comprensione e della
consapevolezza degli studenti nei confronti di questi automatismi diseducativi
che emergono dalla società nel mondo dello sport.
Nello sport spettacolo del nostro peggior futuro non c'è problema di verità o
di storia che si fa al momento, come non c'è nella fiction.
Quello di cui l'immaturo sportivo potrebbe accontentarsi è la mera
rappresentazione di contenuti sportivi, come nei film Rocky II, Rocky III, Rocky
IV, o in "Fuga per la vittoria" di Huston.
Alcuni segni indiretti già sono percepibili, anche se non provati. Il sospetto
si diffonde, magari anche a torto.
Ad esempio, qualche dubbio in proposito lo ha fatto sorgere lo spettacolo-gara
di addio di un campione indiscusso dello sci come Alberto Tomba. Qualche dubbio
lo fa sorgere la cosiddetta sudditanza psicologica degli arbitri. Qualcuno
ricorderà un celebre spot televisivo con una compagine di calcio 'umana'
opposta ad una compagine di invincibili e potentissimi demoni. La logica era la
stessa, a ben vedere di quella del film (splendido peraltro) 'Fuga per la
vittoria' con i nazisti contro il resto del mondo (alleato). Come si godeva la
rovesciata commovente di Pelè contro i cattivi per definizione, come si
apprezzava la parata di Sylvester Stallone contro la malafede degli oppressori e
la slealtà dell'arbitraggio!
La folla delira, appunto. E solo la scuola, vedremo, può interporsi per dare
gli strumenti culturali idonei a salvare ciò che dello sport storico resta
oggi.
In uno sport che si risolve nel suo spettacolo, nella forma che spodesta i reali
storici contenuti sportivi, non avrà più senso chiedere incontri 'regolari'.
Non è impossibile immaginare che in un universo parallelo che potrebbe essere
il nostro tragico e, speriamo, evitabile futuro, lo spettacolo sportivo abbia
regole proprie tanto precise da offrire ad un pubblico ormai diseducato ai
valori sportivi proprio quelle perverse soddisfazioni che è stato addestrato ad
aspettarsi, ad esigere.
Gli 'atleti', dopati o attori d'esperienza, potranno irritare il pubblico, farlo
infuriare, ma mai deluderlo, perché reciteranno, sempre e fino in fondo, la
parte per la quale sono stati scritturati.
In questo 'sport' che vent'anni fa non si arrivava ancora ad immaginare come
totalizzante saranno tutti grandi match, tutte partite storiche, l'enfasi dal
commento giornalistico si trasferirà alla rappresentazione, si farà trama per
una nemmeno troppo occulta regia.
Per questo a scuola l'educazione fisica non può esser lasciata da sola.
Assieme agli altri docenti è necessario che si favoriscano competenze culturali
in senso stretto nello studente, competenze sullo sport, il movimento e
competenze umanistico-letterarie, perché abbia consapevolezza che si comincia a
stabilire una sorta di patto tra organizzatori sportivi e spettatori, qualcosa
che somiglia al patto di sospensione dell'incredulità che intercorre tra
lettore e scrittore, tra spettatori e attori teatrali.
La scuola, tutta la scuola, non solo gli insegnanti di educazione fisica e
sportiva, non può essere neutrale col wrestling o coi sospetti di wrestling
altrimenti l'organizzazione dello sport sarà sempre più tentata (e lasciata
libera) di seguire le regole dello show del wrestling.
Bisogna interrompere questa ancora resistibile ascesa e forse lo si può
cominciare a fare solo a partire dalla scuola che forma, unisce, libera,
garantisce e affratella.
Ci sarebbero immensi valori educativi nello sport, (anche nello sport
agonistico) ove questo potesse reintegrarsi nel sistema generale di educazione
fisica e riprendere il ruolo che gli spetta nella società.
Se la scuola fallisce nel creare una sana concezione dell'educazione fisica e
delle attività sportive (anche agonistiche) se la scuola non costituisce una
alternativa culturale alla violenza, alle rivalità, all'esasperazione del
risultato, alla slealtà, alla truffa, alla corruzione, al doping, alla
subordinazione dell'uomo agli altri uomini ed al denaro, non sarà solo una
sconfitta nostra o una sconfitta della sola scuola.
Insomma dalle circolari che mandava, dagli articoli che
scriveva, da come si è comportato incontrandoci tutti, il mio atteggiamento nei
confronti del Capo dell'Ispettorato stava cambiando. Avevo cominciato a
chiamarlo Calcedoni, con più familiarità.
La Corbo dice che rischiavo di vederci una figura paterna, in quel ciccione
pelato, ma sono tutte chiacchiere perché io ho perso da pochi anni mio padre,
vivo con mia madre e via dicendo. Comunque questo sospetto di affiliazione
nevrotica con un potente del Ministero, mi serve per preparare la calata di
brache di quando Calcedoni mi chiamò a Roma a parlare solo con lui ed era
piuttosto giù perché aveva saputo che non sarebbe riuscito a vedere pubblicata
la nostra rivista contro il doping. Quel giorno il Presidente di Udine mi portò
una loro pubblicazione sul doping e mi disse che da loro perfino i leghisti
avevano accettato di investire contro le sostanze che uccidevano lo sport
assieme agli atleti. A me pareva leghista anche lui, ma evidentemente mi
sbagliavo. Anche i miei avversari più cari delle Consulte pugliesi, tutti del
Polo, mi promisero roba interessante. Mi pareva curioso litigare nelle riunioni
nazionali e poi andare insieme in discoteca, provare a rimorchiare le ragazze
(Ah la presidente di Bolzano! Ah Caserta! Ah Reggio!) e collaborare contro il
doping e le altre cose. A parte che mi pareva che era proprio questo che
volevano da noi e il fatto di far quello che si sforzavano di farmi fare, allora
mi faceva sentire un cretino.
La Consulta Provinciale degli studenti di Udine nell'ambito
della campagna nazionale del Ministero della Pubblica Istruzione riguardo al
doping, fa propria l'iniziativa della Provincia di Udine, a sostegno della lotta
contro il doping nello sport.
No doping per la prova leale delle capacità degli studenti affinché lo sport
sia pulito a tutela e salvaguardia del corpo umano da ogni attentato alla sua
integrità.
Competere, confrontarsi per vincere e dominare (a tutti i
costi!)...E' determinato dal desiderio di potere e di potenza...(istintuale)
Competere, confrontarsi per misurare qualità e doti di sé e degli altri, per
riconoscere il valore di sé e degli altri, con l'umana consapevolezza dei pregi
e dei limiti di ciascuno, ...con la condivisione che la VITA è un valore
assoluto, una ricchezza che prescinde dall'efficienza e dalle prestazioni...Con
la convinzione che la vita di gruppo, il vivere sociale, nella concordia e nella
condivisione della realtà umana, nel rispetto reciproco, come elementi di vero
autentico benessere...sono conquiste dell'Umanità, con il superamento
dell'egocentrismo e dell'egoismo!
Usare sostanze per emergere "dominare", significa lasciarsi trascinare
dai "primordiali istinti" di potere e di dominio...vuol dire TRADIRE
LE CONQUISTE INTELLETTUALI E SOCIALI DELL'ESSERE UOMO.
(Riflessione della Consulta Provinciale degli studenti di Udine)
Un bel lavoro quello della Consulta di Udine con il centro di medicina dello sport di Udine, l'associazione medico sportiva friulana ed il centro regionale di psicologia dello sport di Udine e compagnia bella. Delpino l'aveva praticamente copiato, con lievi modifiche ed avrebbe voluto inserirlo in rivista.
Tra le sostanze doping ci sono: Stimolanti, Narcotici,
Anabolizzanti, Diuretici, Ormoni
Tra i metodi doping ci sono
Emodoping
Manipolazioni farmacologiche, chimiche, fisiche (per mascherare l'uso di
sostanze vietate)
Gli stimolanti si assumono per diminuire il senso di
fatica, per ricercare una sensazione di benessere e potenza fisica e mentale
Gli effetti collaterali sono:
Disturbi cardiovascolari e respiratori, disturbi gastrointestinali, disturbi
psico-comportamentali, cefalea, aumento di peso, disturbi urinari, dipendenza
fisica e psichica
Sono stimolanti, tra l'altro, le anfetamine, la caffeina, la cocaina, l'efedrina,
la stricnina.
Si trovano nei farmaci antidepressivi, antiepilettici, antiasmatici,
anoressizzanti, decongestionanti nasali, antiemicranici, nel caffè, nel tè, in
alcune bibite ed integratori alimentari, in alcune sostanze stupefacenti.
I narcotici si assumono per attenuare il dolore di qualsiasi origine.
Gli effetti collaterali sono: disturbi cardiovascolari e respiratori, disturbi
visivi, tremori, disturbi gastrointestinali, dipendenza fisica e psichica
Sono narcotici, tra l'altro, la codeina, l'eroina, il metadone, la morfina, la
pentazocina
Si trovano nei farmaci antidolorifici, negli antitosse, negli anestetici nelle
sostanze stupefacenti
Gli anabolizzanti si assumono per aumentare le masse muscolari e, quindi
la forza muscolare..
Gli effetti collaterali sono: diminuizione della fertilità e femminilizzazione
nei maschi, virilizzazione e soppressione della funzione ovarica nelle femmine,
disfunzione tiroidea, aumento dei grasi nel sangue, insufficienza epatica,
comparsa di tumori (adenocarcinoma del fegato). Nei giovanissimi provocano
blocco della crescita staturale, acne, disturbi psichici, alterazione
metabiliche.
Sono anabolizzanti, tra l'altro, il testosterone, il clostebolo, il nandrolone,
il deidroclometiltestosterone.
Si trovano nei farmaci anabolizzanti, anticoncezionali, nella terapia
antitumorale e dell'ipogonadismo.
I diuretici si assumono per diminuire rapidamente il peso, per eliminare
velocemente eventuali sostanze doping assunte
Gli effetti collaterali sono: disidratazione con perdita di liquidi e sali
minerali (sodio, potassio), aritmie cardiache, cefalea, sonnolenza, reazioni
allergiche, formazione di calcoli renali.
Sono diuretici, tra l'altro il furosemide, l'idroclortiazide, lo spironolattone
Si trovano nei farmaci diuretici ed antiipertensivi.
Gli ormoni si trovano nei farmaci per i deficit staturali, come terapia
negli emodializzati, come terapia dell'infertilità.
Sono ormoni la gonadotropina corionica, l'eritropoietina, l'ormone somatotropo,
l'ACTH.
L'eritropoietina (epo) si assume per aumentare il numero dei globuli rossi
circolanti e quindi l'ossigeno, con conseguente aumento della performance
sportiva; i suoi effetti collaterali sono l'aumento del rischio di trombosi,
infarto del miocardio, ictus, aumento della pressione arteriosa, danni renali,
reazioni allergiche, shock..
L'ormone somatotropo, o ormone della crescita, si assume perché è un potente
anabolizzante e aumenta le masse muscolari, ed aumenta inoltre il consumo dei
grassi a fini energetici e risparmia gli zuccheri.; i suoi effetti collaterali
sono l'aumento della ritenzione idrica e del rischio di produrre maloattia
diabetica, gigantismo, disturbi della coordinazione.
Pur essendo proibite solo da alcune federazioni sportive, sono strumenti di
doping le cosiddette sostanze a restrizione d'uso: l'alcol, gli
anestetici locali, i betabloccanti, i corticosteroidi per applicazione locale o
inalante, la maurijana e l'hashish.
Si assumono per avere più energia, per ridurre la tensione nervosa, per
diminuire la frequenza cardiaca, per diminuire il dolore locale ed hanno come
effetti collaterali la diminuizione della lucidità e del coordinamento motorio
(alcol e droghe leggere) l'eccessiva diminuizione della frequenza cardiaca,
disturbi gastrointestinali e neurologici.
Delpino, che rompeva le palle ma era solerte, aveva fatto
un buon lavoro. Devo aggiungere che fu bocciato lo stesso. La commissione di
redazione non era tanto favorevole, a parte Cinzia, ai contributi degli
insegnanti e poi decise di allegare alla rivista direttamente l'opuscolo, anche
per essere più corretti nei confronti dei compagni del nord e così via. Poi
c'era il problema degli integratori alimentari, come la creatina, gli
aminoacidi, la carnitina e i proenergetici e via dicendo, che si trovano
facilmente nei prodotti dietetici e ricostituenti e si assumono per diminuire la
fatica e il tempo di recupero, per avere più energia e per aumentare le masse
muscolari.Qui c'è una vera cospirazione perché si accredita il concetto che
l'uomo non è perfetto e quindi, anche quando mangia va aiutato e via dicendo. A
parte che procurano danni renali e danni muscolari, sono la porta secondaria per
la conversione al doping.
Nelle bevande sane e naturali che mi aveva fatto bere Junior la sera che avevamo
fatto amicizia c'erano stimolanti e integratori e mi misi in testa che il Mister
era stato quello che gliele aveva fatte conoscere.Come dalle droghe leggere si
passa alle pesanti, dall'abuso di energetici ed integratori alimentari, la via
verso il doping è in discesa.
Io, a ben vedere, mi corrompevo con le sostanze a restrizione d'uso, ma non
facevo mai sport, cioè non gareggiavo e mi scioglievo un po' i muscoli solo col
nuoto e l'hapkido, che mia madre aveva voluto facessi per imparare un po' di
tecniche di difesa personale e tutto il resto.
Il Maresciallo Scinicariello era abbastanza giovane per
praticare ancora sport e lo avevo conosciuto proprio per il rugby e poi lo avevo
ritrovato in un sacco di occasioni di sport per tutti, quello che a dire la
verità mi piace di più, perché consente a tutti di esercitare il fisico nelle
condizioni migliori e ti mantiene facilmente nell'equilibrio personale. E poi
sono attività che si mischiano meglio con l'attività scolastica di quelle
dello sport competitivo, anche se certe volte il fatto che giocano e che non si
impegnano molto non li porta a migliorarsi seriamente e a perfezionarsi e una
corretta attività sportiva agonistica potrebbe fare miracoli.
Avevo una mezza idea di fargli una intervista...volevo vedere se potevo cavarci
roba interessante.
-Caro Antonio noi a scuola facciamo educazione fisica non sport, ma non è che
dello sport ce ne freghiamo, questo è quello che vorrebbe la Corbo. Noi invece
dovremmo provare a organizzare attività sportive a scuola che permettano la
necessaria formazione di base e aiutino una formazione continua per mezzo del
movimento.
-E dov'è la differenza?
-Che devono far parte dello sforzo di tutto il resto della scuola, nel progetto
complessivo di crescita dello studente. Insomma, come si dice, al centro c'è lo
studente, per questo mi secca che al centro ci siano gli interessi degli
allenatori, dei cacciatori di teste che cercano nuovi talenti e li vendono un
tanto al chilo, delle società, delle istituzioni sportive, dei medici senza
scrupoli e delle case farmaceutiche. Certo non si può fare l'impossibile...io
non sono più stupido degli altri ma...
-Ma allora non capisco la differenza con quello che pensa la comunista, la Corbo.
Non avevamo mai parlato di politica ma mi pareva che Scinicariello fosse un po'
dalla mia parte, un alleato, come avrebbe detto Battilocchi.
-Dunque... una cosa logica, ogni cosa a suo tempo, non c'è una certa
corrispondenza, l'attività sportiva è in genere educativa ma il fatto è che
non ogni attività sportiva è educativa.
-Com'è uno sport educativo?
-Non bisogna vedere tutto nero con lo sport. Lo sport può essere agonistico ma
non è che la prestazione sportiva diventa Dio, non è che è schiavo del
profitto esasperato e del commercio.E' educativo perché ognuno impara a
conoscersi a padroneggiare la sua motricità, a rapportarsi con gli altri e con
l'ambiente, a programmare i suoi sforzi, a darsi degli obiettivi a riuscire a
raggiungerli, ecco cos'è.
-E' quello che pensano tutti gli sportivi che non sono diventati macchinette per
far soli, a me mi hanno insegnato che tutti siamo uguali, che ci vuole lealtà
nel rispetto delle regole del gioco, rispetto dell'avversario... solo a queste
condizioni la vittoria è legittima e la sconfitta accettabile!
-Eh!La competizione per la vittoria, la gara leale, il rispetto dell'uomo, della
salute e della vita, una volta si poteva dire sul serio che era una scuola di
vita!
-Purtroppo oggi no. Oggi uno della Roma e uno della Lazio
manco possono parlare insieme senza che qualcuno non si metta di mezzo.
Era stranamente della Roma, Scinicariello, della Roma e del Napoli.
-Oggi non c'è l'onore cavalleresco dell'atleta che deve essere un esperto di
inganno, se no tutti i parassiti che gli stanno addosso non campano e poi ci
sono le scommesse clandestine che "aggiustano" i risultati, si
comprano e si vendono le partite, gli arbitri non ne parliamo, che vorrebbero
essere al disopra di ogni sospetto e stanno quasi tutti dentro la merda.
-Insomma è la legge della jungla sopraffazione, prepotenza, ogni mezzo è buono
e anche quelli che guadagnano decine di miliardi e credono di contare qualcosa
sono burattini nelle mani di gente con la pancia che li sfrutta e si arricchisce
e pensa che illoro corpo, te l'ho detto, è una macchina che può essere usata
oltre tutti i limiti, inclusa l'autodistruzione del doping.E contro questo pare
che ci siamo solo noi carabinieri, come se fossimo rimasti indietro, ancora a
cercare di salvare la vita degli atleti e a combattere contro le truffe e i
delitti che raggirano i tifosi e la gente tutta. E questo solo perché non hanno
ancora trafficato abbastanza per nascondere i loro delitti. Lo sai a quanto
valutiamo il giro di soldi collegato ai farmaci con valenza doping? In Italia
sono più di 1250 miliardi.
-Ed una fetta la traffica il Mister?Gli affari sono affari, come si dice...
-Potrebbe darsi ma non ne riusciamo ad avere le prove. Certo è un cliente di
gente che fornisce il doping. "Mandami tanta roba per i principianti",
abbiamo trovato che scriveva ad un certo tipo di San Marino, "ho tanti
novizianti ed uno per una gara." Ma non abbiamo trovato di più.
Il ragionier Sarnelli ha fatto una denuncia perché è convinto che propone ai
giovani della squadra di calcio che allena...Avevo un appuntamento con quel
povero ragazzo del figlio, che m'aveva promesso addirittura prove, ma me l'hanno
messo sotto una macchina.
-I pallonari, come diceva Totò... ci sono un sacco del mio Liceo e c'era anche
suo figlio, quello che è di recente morto in un incidente stradale, ammazzato
da un pirata della strada.Senti a me, dove c'è fumo c'è arrosto
-Be', qualche discreta indagine ha dato dei riscontri, generici ma per noi
indicativi. Pare che le frasi che dice siano di quelle classiche, del tipo:
"Con tutti gli allenamenti che fai il tuo fisico ha bisogno di
reintegrare".
- Conosco la storia "guarda che è una sostanza naturale, Ia prova è che
la secerne anche il tuo corpo per conto suo" e poi anche un sacco di
concetti apparentemente corretti...Io li avverto i miei ragazzi, voglio dormire
tranquillo!Uomo avvisato mezzo salvato.
-Non sono corretti, rimasticano cose banali in modo da fargli dire altre cose,
sono ragionamenti forzati o addirittura falsificati con scopi delittuosi. E poi
pare abbia detto ad un sacco di gente, oltre che al povero Sarnelli "Lo fanno
tutti a "E' solo una dose minima, gli atleti prendono di più".
Capisci? Dicendo che altri si comportano nello stesso modo, il che è verità
sacrosanta, sia il mister che tutti gli altri mascalzoni che sono pagati un
tanto a successo, a campioncino "scoperto", cercano di giustificare il
delitto perché i delinquenti sono tanti e poi cercano di ottenere il consenso o
almeno quello che il colonnello chiama la "diluizione della responsabiIità".
-Lo so come fanno, anche i miei ragazzi li hanno incontrati: partono da
richieste inizialmente minime, dicono che è poca, roba, solo un minimo, che
è innocuo e comunque, fosse veleno non morirebbero" e così ficcano il
piede nella porta e poi riescono ad entrare. In fondo già ingurgitano di
tutto! E la taurina, e il guaranà!...Io glielo dico che sono tutte schifezze,
ma chi mi sente?
- Figurati a me! L'allenatore invece è un dio in terra. Se è disonesto prima
chiede al ragazzo una modifica delle sue abitudini, una cosa apparentemente
innocua "solo una pasticchetta", poi piano piano alza il tiro, gli
impone cambiamenti profondi, anche di atteggiamento e di valori. Poi arrivano i
primi soldi. Piano, piano riesce a portarlo al doping sempre più pesante, alle
flebo, alle trasfusioni, al sangue che diventa acqua o denso come l'olio.
-E io che ai miei, a forza di allenamenti, gli faccio venire i muscoli al buco
del culo! Ma dimmi, secondo te quant'è diffuso questo doping.C'è chi dice che
è un a cosa piccola, marginale...tutte le opinioni sono da rispettare ma,
francamente...
-Un'idea te la puoi fare dai sequestri che abbiamo fatto noi delle forze
dell'ordine e dalle indagini giudiziarie, ma pensa che è solo una piccola parte
del tutto.Mi sono fatto un quaderno di ritagli, a cominciare dagli anabolizzanti
rubati con ricette false, a carico del Servizio Sanitario Nazionale, a Napoli,
nel giugno, 1997.Un sacco di gente, secondo il Ministero della Sanità si fa
pagare il doping dallo Stato.
A Piacenza, ottobre 1997 altro sequestro di ormoni anabolizzanti e già noi dei
Nas dicevamo che le dimensioni del traffico si erano centuplicate negli ultimi
due anni, utilizzando gli stessi canali utilizzati per le sostanze stupefacenti.
Per forza, l'anno dopo a Oslo bloccano all'aeroporto 3000 fiale di ormone della
crescita, bastavano per due mesi di doping per cento atleti. Ad aprile, a
Torino, quando scopriamo che usano internet per il traffico di anabolizzanti
dagli Usa all'Italia, guarda caso ci rendiamo conto d'essere i più furbi, ce ne
accorgiamo solo in Italia e in Francia, zero nel resto del mondo, e c'è un
colossale mercato nero di questi farmaci per internet.
-Insomma c'è un'omertà che levati, se ho capito.
Assentì, come se la mia interruzione gli avesse dato fastidio.-In ottobre i
colleghi dei Nas di Treviso, Udine, Padova e Brescia rivanno a segno, una
inchiesta di quel Casson che conoscerai dai giornali per altre indagini.
Cominciamo a sentirci con i francesi, a novembre a Parigi smantellano un
"vastissimo traffico di anabolizzanti", provenienti da noi per i
dopati francesi. Poi il 5 gennaio 1999, a Milano recuperiamo due borse con 35
chili di testosterone "destinato ad uso sportivo" come si è detto
enigmaticamente, bastava per dopare 70.000 atleti per dieci giorni ed abbiamo
capito che non era solo questione di grandi campioni, i Pantani della
situazione, qui ci si dopava in massa. Tu ti credevi che le ricette le facessero
solo a Napoli?
-Purtroppo nel meridione..
-No, alla faccia della Lega! Il 9 gennaio si trova a Torino la stessa
macchinazione di Napoli, sostanze dopanti rubate con ricette false, a carico del
Servizio Sanitario Nazionale, come dire che tutto il mondo è paese e non
succede solo a Napoli.A giugno ad Aosta, la procura richiede il rinvio a
giudizio per 93 persone, traffico di anabolizzanti tra i frequentatori di
palestre e gli atleti dilettanti.22 luglio, a Nicosia, a Cipro, ci sono stato
una volta, rubano in un deposito di prodotti farmaceutici 4 milioni e 600.000
confezioni di eritropoietina, quanto basta per dopare 50.000 atleti per
un'intera stagione agonistica, 400 miliardi di lire, tu pensa che il fabbisogno
onesto di eritropoietina in Italia, per le cure reali, è di 3 milioni di
confezioni eppure, lo vedi, qui ci sono solo poche righe. Bisogna aggiungere i
giornalisti a quelli in qualche modo comprati, te la danno pure la notizia, ma a
mezza bocca, con due righe, mentre se si spezza un'unghia miss Italia ti fanno
un servizio e pare uno scoop. Già tra noi si parla di doping come della nuova
frontiera delle strutture criminali più avanzate, un po' come il traffico di
rifiuti, capisci?Il 14 dicembre a Fiumicino, il servizio Vigilanza antifrode
doganale intercetta una tonnellata di farmaci ed integratori senza
l'autorizzazione del Ministero della Sanità, anche qui erano miliardi e
miliardi e la notizia e di due righe.
-Cazzo, qui si tratta di tonnellate, di roba di migliaia e migliaia di dopati,
una cosa gigantesca!
-Proprio così. Il 2000 è stato un anno buono per noi.A febbraio, Palermo
denunciato dai cugini della Finanza traffico internazionale di anabolizzanti e
ormone della crescita. A Roma scopriamo la stessa storia di Napoli e Torino,
doping con false ricette del medico di famiglia.
-Roma è sempre stata all'avanguardia delle truffe allo stato.
-I delinquenti pagano il falsario e il ticket e per ogni ricetta beccano fino a
850.000 lire. E le ricette non falsificate ci saranno? Tu che ne dici?13
febbraio, Pordenone, traffico con la Slovenia, 10.000 confezioni di farmaci. A
Marghera 22 febbraio intercettiamo trenta chili di ormoni che vengono dalla
Grecia e vanno in Olanda e in Germania.27 marzo, qui c'ero anch'io, a Latina
facciamo un pettine di perquisizioni e becchiamo 6 persone, traffico via
Internet di anabolizzanti provenienti dai paesi dell'est.commercializzati via
internet.Primo aprile facciamo lo scherzo a Venezia ai trafficanti di doping che
dalla Grecia e dalla Spagna rifornivano il Veneto e il Trentino. Cominciano a
morire gli atleti, ma non si può mai essere sicuri che una miocardia dilatativa,
edema polmonare o un arresto cardiaco di un culturista o di uno che fa body
building dipenda certamente dagli steroidi anabolizzanti.
-Non si fa la frittata senza rompere le uova...bisogna farsene una ragione.
-In genere troviamo roba proibita, però, attorno a certe morti, c'è sempre la
puzza del doping. Giugno, a Udine scopriamo l'eritropoietina nei barattoli della
conserva di pomodoro e l'avevano spedita...lasciamo perdere, a un tecnico ed un
atleta di rilievo nazionale. Naturalmente nessun organismo sportivo si fa venire
in mente di aprire un'indagine.
-Se si sapesse tutto!E' questo che mi fa incazzare. Ormai sono quasi sicuro che
sono tutti d'accordo.
-30 giugno, a Parigi due allenatori di atletica concallano nelloro appartamento
un arsenale di prodotti dopanti.Erano già stati chiacchierati ma nessuno li
aveva mai seriamente indagati in ambito sportivo ed avevano tranquillamente
continuato a fare quel che gli pare. Questo è sempre così, sai, mai che ci
venga una collaborazione, le cose gliele dobbiamo strappare con le tenaglie.
Eppure le cose si sapevano, guarda qui, luglio, l'International Journal Sports
Medicine, una importante rivista scientifica ha denunciato che 8 atleti su 62
tra i migliori sollevatori di pesi finlandesi sono morti per tumore, ad un'età
compresa tra i 30 e i 50 anni e pareva che tutti avessero usati anabolizzanti. E
guarda questo articolo, da Sidney arriva la notizia che l'Australia è diventato
il principale esportatore di steroidi per uso veterinario, ti pare una
coincidenza, il fatto delle Olimpiadi?
-Pure le bestie provano a vincere con qualche aiuto.
-Solo che le bestie sono tante.E la mattanza cresce!
- Nel Grande Lebowski, John Goodman diceva "Questo non è il Vietnam, è il
bowling, ci sono delle regole." Ma ora lo sport è il Vietnam!
Scinicariello non mi chiese di che diavolo stessi parlando, per educazione,
credo. Lui non andava mai al cinema. Continuò o rigirarsi tra le mani il suo
libro nero.Le foto erano scure e poco distinte le facce che si vedevano, ma le
facce erano sempre le stese.
-Qui hanno preso con le mani nel sacco due cugini della polizia, vendita di
eritropoietina senza prescrizione medica ad atleti professionisti e dilettanti.
Ah! Talìa!Sempre a Sidney rubano all'ospedale di Alice Springs 1000 provette di
epo, valore commerciale milioni di dollari. Anche qui due righe.E l'agenzia
governativa anti-doping poco dopo segnala che un sacco di atleti si sono resi
irreperibili per sfuggire ai controlli doping.
Si illuminò tutto quando arrivò ad un ritaglio che lo riguardava.Lo avevano
fotografato anche in Sicilia, ai tempi della lotta alla Mafia, ma lì era venuto
meno bene. Poi la squadra era stata sciolta e lui era capitato da noi nel Lazio.
-Il 15 novembre, qui a Viterbo siamo noi che facciamo un incontro in cui si
presentano i risultati dei cugini finanzieri, tra l'altro 22.000 pasticche di
anabolizzanti e l'individuazione di laboratori medici dove si confezionano i
preziosi medicinali.Il 24 novembre, arrestiamo a Foggia i soliti ignoti che
trafficano sia droga che anabolizzanti. Ormai è una cosa comunissima, ma
nessuno ci fa caso. A dicembre, Bologna, col coordinamento del magistrato
Spinosa, sempre noi dei Nas portiamo a termine una operazione titanica sul
traffico dei farmaci doping: 200 perquisizioni, 41 arresti, le solite tonnellate
di roba sequestrate.
Mi guardò di traverso prima di continuare a leggere nel quaderno.
- E' Natale, il 25 dicembre, e sempre qui da noi a Viterbo, una banda con una
vera e propria preparazione militare -tre camion- assale i magazzini di
stoccaggio farmaci della Esculapio e li svaligia:quintali e quintali di roba
trafugata, per un valore di molti miliardi, che fai fatica a credere che qui nel
viterbese c'è tanto da rubare. Era la prova generale della spedizione di venerdì
scorso, ferita recente! Sempre coi camion alla Esculapio stavolta hanno rubato
le tonnellate, per decine di miliardi di valore.E anche stavolta ce l'hanno
fatta.
-Un'escalation da paura.Ma la roba ce l'avevano riportata nei magazzini, l'hanno
riempiti e subito glieli hanno ripuliti di nuovo!
-E di tanti sequestri non si sa nulla perché non arrivano ai giornali, o se ci
arrivano non sono ritenuti nemmeno meritevoli di due righe.Guarda
complessivamente noi calcoliamo che la spesa italiana per i farmaci con valenza
doping è valutabile attorno ai 1300 miliardi di lire, senza contare che
bisognerebbe aggiungere l'enorme volume di vendita degli integratori, in
particolare degli aminoacidi a catena ramificata e della creatina, che valutiamo
in almeno 3000 miliardi di lire.
E si coccolava quel quadernetto tra le mani.
-Una cifra che mette paura.
- Guarda a me mette più paura della Mafia, che qui ancora si sta come ai tempi
in cui dicevano che la Mafia non esisteva, era una invenzione dei giornalisti.
Ma i giornalisti qui non ci danno una mano.E, guarda che nei 3000 miliardi non
cimettiamo i prodotti omeopatici, d'erboristeria, , i composti polivitaminici,
gli integratori salini, gli ormoni vegetali. Federsalus, l'associazione di
alcune aziende che sono specializzate nella vendita di prodotti energetici e
tonici ha segnalato nel 1998 la vendita di 78 milioni di confezioni, 1000
miliardi di lire. Tu capisci che siamo di fronte ad una potenza economica che si
sa difendere! Le Monde ha calcolato, per la sola eritropoietina, il secondo dei
farmaci più venduti nel mondo, un commercio mondiale di 8000 miliardi, ma si
sbagliano, io dico, se la multinazionale Amgen dichiara per i primi tre mesi del
2000 una vendita nei soli Stati Uniti di 1000 miliardi di lire, il che all'anno
farebbero già 4000 miliardi.Il fatto è che uno studio sistematico non c'è o
si dimostrerebbe che questa roba da qualche parte va a finire e addio favola che
sono solo pochi sciagurati che si dopano. Guarda qui, solo per il Dhea, un
precursore del testosterone, le vendite negli Usa, nel 1998, hanno superato i
15.000 miliardi, e le vendite si sono quintuplicate dopo che un campione di
baseball ha dichiarato di averne fatto uso!
Non sono riuscito a ottenere che ci facesse avere quel meraviglioso quaderno
perché proprio in quel momento è arrivato Libero Tardi che gli voleva chiedere
a chi rivolgersi per un incidente automobilistico.
In realtà non sono un cretino che va dai Nas a chiedere
di incidenti automobilistici e via dicendo, è che, se il lettore me la passa,
vorrei collegare queste informazioni, che in realtà ho tirato fuori dal manuale
per gli insegnanti "Prevenire il doping tra gli studenti (una iniziativa
del sottoprogramma Athena del Perseus, che non è stato attivato, ma 'sto
manuale lo ha realizzato. Il manuale me lo ha sempre procurato Delpino, che è
veramente amico di Scinicariello e la sostanza del pezzo è tratta da un saggio
di Alessandro Donati, l'infaticabile e irriducibile avversario del doping che,
da solo, riscatta tutte le incertezze del Con e compagnia bella.Pensate che di
"Campioni senza valore, un suo libro sul doping edito dalla casa editrice
Ponte alle grazie di Firenze, sono state comprate tutte le copie e fatte
sparire, poi dicono che non si bruciano più i libri nelle piazze!
Scinicariello mi ha dato davvero elementi sull'incidente del Mister che ha
distrutto la nostra macchina. Mia madre è davvero completamente innocente, le
è andato addosso al semaforo, stava sorpassando a un incrocio e cercava di
rientrare perché veniva un camion davanti. Il semaforo è passato al giallo e
quello che stava due macchine avanti a mamma invece di passare ha preferito
fermarsi, la macchina che seguiva quasi gli è andata addosso, mia madre ha
fermato tranquilla e il Mister l'ha presa in pieno e in corsa. Ci paga
sicuramente e così via. Ha ammesso tutto, nella constatazione amichevole.Ma
allora perché l'avvocato Buscherini, o chi per lui, paga mezzo testone a tutti
quelli che testimoniano di aver visto le cose come sono successe e, inoltre,
cose che nessuno contesta? Il Bidello mi ha fatto vedere le quattro
testimonianze, oltre a Battilocchi, avevano spergiurato Esposito, Locatelli e
Marzocattivo. Loro avevano il movente del mezzo testone, ma il mister e mia
madre?
Perché nella constatazione amichevole tutti e due avevano scritto che
l'incidente era avvenuto alle dieci, quando alle dieci non poteva essere
avvenuto, e nemmeno alle undici o a mezzogiorno e via dicendo?
Gentile Casa Editrice Astorina,
vi chiediamo aiuto per la campagna del Ministero della Pubblica Istruzione
contro il doping, anche perché ci risulta che avete già contribuito ad alcune
pubblicità educative, quella ad esempio contro l'abbandono degli animali.
E' una campagna difficile, quasi una caccia ai mulini a vento, perché gli
interessi coinvolti sono enormi.
Si tratta di informare gli studenti che il doping è sleale, fa male alla
salute, distrugge lo sport.
Per adesso si sono impegnati nella campagna, accanto a noi delle Consulte
provinciali studentesche, qualche maestro di pensiero originale, la Levi
Montalcini, Guccini, Morandi, Cerami, Mogol, Cannavò, Sara Simeoni Juri Chechi,
Livio Berruti, Bud Spencer.
Stamperemo una rivista giovanile (a colori) con una prima tiratura di 30.000
copie per mandarla in tutte le scuole medie e superiori d'Italia.
Tendenzialmente dovremmo farla arrivare in mano ad ogni studente.
Così, ci chiedevamo se si potesse ottenere l'appoggio generoso e gratuito di
Diabolik e di Eva...
Ci basterebbe una tavola. Pensavamo che, ad esempio, Diabolik potrebbe ricordare
che lui stesso si è dato delle regole, nel suo confronto con la polizia e le
sue vittime, per Ginko è tutto più facile.
Ma ci va bene qualunque cosa scriviate nel fumetto, se deciderete di aiutarci.
Ci farebbe piacere anche una vostra pubblicazione sui numeri del giallo a
fumetti. Purtoppo i tempi stringono perché tra due mesi dovremmo chiudere
l'impaginazione.
Sembra superfluo ricordare l'indiretto riconoscimento che verrebbe
dall'introduzione di una vostra tavola in un pubblicazione fatta sì dagli
studenti ma con la collaborazione del Ministero.
Si ringrazia per l'attenzione e si resta in attesa di un gradito sollecito
riscontro.
Il Presidente della Consulta Provinciale degli Studenti
Libero Tardi
Quella sera, dopo aver spedito quella lettera ed una,
uguale, alla editrice Bonelli, per Tex, che non avrebbe mai risposto,
licenziammo la prima vera pagina definitiva della Rivista, la spremitura del
libro scoperto da Delpino, le memorie di Menthéour, "IL MIO DOPING",
coraggiosamente pubblicato nel 1999 a Milano dalla Baldini &Castoldi, che ci
ha fatto pervenire, "per gentile concessione " il permesso di
riproduzione per la nostra rivista. Eravamo felici come se ci avessero dato un
premio, non solo c'era qualcuno che ci prendeva sul serio, ma avevamo di che
fare un paginone stupendo, dove si dicevano un sacco di cose e si capivano un
sacco di comportamenti altrimenti incomprensibili e così via. I titoletti poi,
che avevamo deciso di premettere ai brani che avevamo scelti tentavano di essere
spiritosi e un tantino trasgressivi, come avrebbe voluto certo la Corbo e via
dicendo. Rimaneva il dubbio che l'Ispettorato ce li avrebbe permessi assieme ai
fumetti di Diabolik e Tex. Ma se ce li censuravano avremmo davvero fatto casino
e tutto il resto.
Ecco inizio della pagina, anzi del paginone.
Un atleta, un ciclista che è stato maglia rosa al Tour de
France, ha rotto il muro dell'omertà, ha parlato alla televisione, ha
pubblicato un libro, ha confessato, si è difeso, ha accusato. Tutto con dovizia
di particolari. Quello che dice non è da considerare al di fuori di un vaglio
critico, tanto più per chi non è in grado di controllare le sue affermazioni,
ma rappresenta comunque un documento prezioso che viene da dentro l'inferno del
doping, una testimonianza di vita che è opportuno conoscere e su cui è
necessario riflettere. Perché la via crucis di Menthéour non sia seguita da
altri.
Il pezzo che più mi aveva colpito era quello che avevo rititolato "Le
colpe dei padri
"Mio padre aveva un suo piano. Aveva deciso, senza dirmelo, che sarei
diventato un campione del ciclismo. Era un grande manipolatore. (...)
Mio padre sapeva benissimo che prima o poi avrei dovuto «prendere qualcosa».
(...)Pragmatico come al solito, accettava le regole del gioco e mi aveva fatto
capire che anch'io avrei dovuto fare altrettanto. Era il prezzo da pagare.
E poi "Se mi avessero detto: «Per finire tra i primi cinque al Tour de
France, devi bere un litro di gasolio al giorno», l'avrei fatto!"
Ormai gli atleti sono cavie per provare gli effetti delle sostanze, anzi, peggio
che cavie, corpi da sfruttare e da buttare via quando non servono.
Delpino, ormai il mio alleato, mi aveva dato, senza tante
speranze alcune carte che aveva auto al corso di aggiornamento sul doping di
Massa Carrara.
In effetti non erano pubblicabili sul giornale ma le argomentazioni di una certa
Pesce ci avevano fatto riflettere.
La possibilità che abbiamo di resistere al pressing dei dopatori dipende in
pratica dalla nostra fiducia in noi, che ci permette di decidere autonomamente e
questo, per quanto ci sforziamo di negarlo, non è facile, perché specie in
famiglia nessuno ci pensa a farti crescere e ti mandano avanti come un burattino
con ordini e divieti. La Pesce parla di "capacità decisionale" e di
"autostima" che però deve essere basata sulla coscienza obiettiva di
quello che possiamo fare.Uno così molto difficilmente abboccherà alle promesse
del doping o non sarà capace di dire di no.
Dicono a Massa Carrara che non basta informare, predicare, avvertire, vietare!
La scuola sarebbe molto più utile se ci aiutasse a rinforzare le naturali
"barriere psicologiche" che possiamo mettere tra noi e la tentazione.
Gente come Battilocchi non vuole mettersi contro il mister anche se è ben
felice di fargli pagare quasi un milione di franchigia all'assicurazione, tutti
saremmo ben lieti di migliorare le prestazioni agonistiche, magari dentro i
limiti delle proprie potenzialità, se poco poco è possibile. Più difficile è
che ci venga in mente che non è carino imbrogliare i compagni o gli avversari
ricorrendo al doping. Nella vita di tutti i giorni siamo troppo spesso convinti
o costretti ad imbrogliare per sopravvivere che poi il passaggio a farlo per
migliorare è troppo facile, specie se nessuno si ha abituato o preparato a
gestire autonomamente il nostro corpo o la stessa attività sportiva. Come dice
Delpino, sarebbe intelligente lavorare per arrivare fino alla fine della
carriera sportiva in buona salute e poter continuare a fare sport anche in
seguito, ma certo, la storia della candela accesa da tutte e due le parti è
molto diffusa tra noi, brucia in fretta e cerca d'essere un bel cadavere, ha
detto qualcuno, e anche se nessuno è così estremista, pochissimi pensano al
futuro in termini di decenni. Gli obiettivi a breve termine sono quelli più
urgenti, ci servono immediatamente li vediamo, quelli a lungo termine non ce ne
può fregà de meno.
Hai voglia a dì che è sbagliato, che siamo tutti miopi, che ce ne accorgeremo,
e via dicendo, non è che i cosiddetti adulti si comportino molto meglio di così.
Continuavo a pensare a Sarnelli, e al Mister che ce lo
aveva sulle palle.Ma per quanto stronzo il mister non l'avrebbe mai messo sotto
per qualche sospetto di doping, sicuro com'era, oggi come oggi, di farla
comunque franca.
Diverso sarebbe stato se il mister fosse stato implicato nel furto di
medicinali, ma anche lì bisognava spostare l'ora del furto dalla notte, quando
non c'è nessuno a prima del tramonto, quando il magazzino è aperto. E comunque
come mai, di notte c'era solo un allarme e qualche cane a sorvegliare i miliardi
in scatola?In quel tempo, come ha detto Totò, conoscevo pezzi grossi, pezzi
piccoli, pezzi medi e pezzettini al Ministero. Quando sono andato a parlare col
capo dell'Ispettorato, nel suo ufficio, che sembra la stanza di uno che si
occupa di cinema, con tutte foto di attrici e attori alle pareti, maschere di
legno, copertine di gialli incorniciate e tutto il resto, ho trovato nel grosso
sacco dei rifiuti che aspettava in bagno, un'altra scaletta di discorso che
conteneva anche un pezzo importante sul doping. L'ho portato a Viterbo con
l'idea che potesse servirci, ma poi abbiamo ritenuto, specialmente Cinzia, che
era più prudente non utilizzarlo, specialmente dopo la defenestrazione di quel
simpatico ciccione pelato con la barba e così via.
In realtà l'altra faccenda che ci buttò un po' giù era la notizia che la
rivista non avrebbe potuto più farsi, che il lavoro che gli avevamo sottoposto
andava bene, lo aveva approvato, ma avremmo potuto stamparne solo le solite
poche centinaia di copie, tutte le agenzie sportive di sport agonistico e di
sport per tutti, che si erano dichiarate disponibili a finanziare la campagna,
si erano tirate indietro e lui non aveva soldi. Con la riforma del Ministero,
poi, su quel posto gli avevano comunicato ci sarebbe andato un altro, un
burocrate vero, con tanto di lunga carriera alle spalle e non poteva più
garantire niente neanche per il futuro.Io avevo in mano la lettera della casa
Editrice Astorina che ci preannunciava una tavola di Diabolik contro il doping
ed una sua avventura contro chi rovinava la salute dei giovani e tutto il resto
(poi l'hanno pubblicata davvero, Una partita per la vita, Il giallo a fumetti,
anno XXXIX, n.2dove in terza di copertina c'è pure la tavola fatta per noi di
Viterbo).Quella stessa mattina ero venuto a Roma accompagnato da Battilocchi
Junior che aveva rotto col padre che lo assillava perché diventasse un grande
campione di calcio e a lui invece non gliene fregava niente che voleva fare il
musicista ed era stato persino tentato di farsi di doping tanto per farlo
contento, e invece, lo mandava affanculo, lui e il pallone.E mi aveva messo una
mano sulla spalla e mi aveva ringraziato per averlo fatto partecipare ad una
riunione della redazione, che poi aveva parlato a lungo con Delpino ed aveva
capito tutto di dove le cose stavano correndo.
Stavo in quell'ufficio nel grattacielo di Palazzo Italia con tutte le foto delle
attrici del cinema, che pareva la scuola Marilyn Monroe di Nanni Moretti, e
c'era anche lei naturalmente, ma giovane, di quando ancora si chiamava Norma
Jean ed avevo la lettera di Diabolik in tasca e una cartellina con le bozze
ormai quasi inutili, dopo tutto quello che avevamo fatto e mi pareva che anche a
Viterbo sarebbe stata una sconfitta, delle Consulte e di tutti quelli che
stavano a farsi dopare o fregavano le medicine dopanti... e mi calai le brache,
gli dissi che avrei proposto alla Consulta di finanziare la campagna coi soldi
nostri, quel 7 per cento dei finanziamenti per i giovani che avevano riservato
alle esigenze di funzionamento della Consulta.
In fondo era un espansivo, si alzò dalla scrivania piena di statuette africane,
con una che rappresentava il busto di una stupenda donna nuda, mi si avvicinò e
mi abbracciò. E non disse niente altro, c'erano ancora un po' di mesi prima che
se ne andasse, e via dicendo. La rivista forse si poteva ancora fare. La
campagna poteva partire e una volta partita, qualcuno lo avremmo sensibilizzato,
e col kit di aggiornamento che stava preparando a Massa Carrara, almeno quattro
docenti per provincia sarebbero stati preparati a scoprire e combattere il
doping.
Mi regalò la copia di un giallo che aveva scritto lui con il suo collega
Bloomen e parlava di una professoressa e di un ippopotamo e fu allora che ci
mettemmo a parlare del mio piccolo mistero dell'incidente stradale e io avevo in
mano tutti i dati ma non li collegavo e quella frase, stupida, se vogliamo, la
sera stessa mi avrebbe fatto scattare il collegamento.
"Se uno vuole a tutti i costi far comparire che ha fatto qualcosa di male,
anche se non è vero, vuol dire che ne ha fatta una peggio che vuol
coprire."
Poi si è lasciato andare ad una delle solite battutacce che mi ci sono abituato
e questa volta mi ha fatto ridere addirittura, perché l'ha dovuta preparare,
prendendola alla lontana. "Insomma, Libero, meglio che sia tu a pubblicarlo
il dossier che non pubblicarlo più! Meglio Tardi che mai!"
Mi salutò e se ne tornò in ufficio con passo elastico, il sorriso sulle labbra
e così via. Avevamo previsto un concerto rock grandioso per la giornata
dell'arte e della creatività studentesca, lo avremmo fatto molto a risparmio
ma, magari saremmo stati più contenti così.
L'unico punto nero era che ero certo di essermi comportato come lui sperava si
potessero comportare le Consulte ed avevo terrore di essermi tanto
responsabilizzato.Sapete com'è quando ti pare di aver deciso la cosa giusta ma
ti secca di essere scontato e politicamente corretto?
Quella sera, di ritorno a casa, ero deciso ad affrontare mia madre per la storia
della macchina. Perché quella mattina avevo fatto sega, a scuola, ed ero
tornato a casa con una gentildonna di cui non farò mai il nome neanche sotto
tortura e così via, per approfondire gli studi in maniera riservata e compagnia
bella. E la macchina era nel box - entrammo dal garage per eccesso di
discrezione e tutto il resto- e non era affatto incidentata. Una perfetta Ibiza,
un po' sporca, poco curata e così via, tanto che mi venne pure l'idea di
prenderla e farmici un giro, ma poi, se qualcuno ci vedeva, o prendevamo una
multa o tamponavamo e compagnia bella, non ne feci niente.Ora, quando ero andato
da Scinicariello avevo visto che l'incidente con la mercedes del Mister era
avvenuto proprio quando la macchina era sotto i miei occhi, nel box.Va bene la
lunga vedovanza e così via, ma mi puzzava di relazioni pericolose col mister
quella storia e, devo dire la verità, la cosa non mi garbava per niente e così
via, anche se non lo avrei certo ammazzato per questo, ed ora mi trovo in galera
proprio per questo fatto, perché mi accusano di aver ucciso il mister in preda
ad una folle gelosia da complesso edipico e compagnia cantante.
Dovevo parlare con mia madre, ma non poteva che venirmene male, a me, ad
interrogare mia madre, la competente dottoressa che, oltre a gestire la farmacia
Salus, in centro, era consulente della Esculapio s.p.a. l'impresa derubata di
miliardi di lire di sostanze dopanti.
Delpino, tra l'altro, mi era sembrato veramente una brava persona, che con in
mano di che distruggere l'odiato Battilocchi, aveva mosso le cose per non
comparire e gli aveva fatto arrivare due o tre dritte sul figlio tramite la
Corbo (la strana coppia) senza approfittarsene per metterlo in mutande per le
sue pressioni su Junior che lo stavano portando proprio a puttane con quel
delinquente del mister.I tibetani di Brad Pitt lo dicono che il nemico è un
gran maestro, perché solo lui ti aiuta a rafforzare la pazienza e la
compassione.
E cominciai a pensare che ci sono stronzi di sinistra e di destra, il che non
significava che in politica era tutto uguale ma che avrei continuato ad essere
rifondarolo senza credere che tutto il bene era da una parte e tutto il male
dall'altra e come aveva detto papa Giovanni mi sarei abituato a distinguere
l'errante dall'errore e compagnia cantando.
"Se uno vuole a tutti i costi far comparire che ha fatto
qualcosa di male, anche se non è vero, vuol dire che ne ha fatta una peggio che
vuol coprire." Avevo questa specie di bomba logica a tempo nella testa e
non lo sapevo.Sarebbe scoppiata di lì a poco. E' proprio vero quello che ha
detto un certo Cioran, un fottuto pessimista che ci ha fatto conoscere la Corbo,
e ci ha dato un tema su un suo aforisma e nessuno ci aveva capito niente e men
che meno io, allora."Si vive nel falso fino a che non si è sofferto. Ma
quando si comincia a soffrire, si entra nel vero soltanto per rimpiangere il
falso". Non so perché la presi alla lontana, la volli stuzzicare con una
balla, prima di aggredirla sulla sua menzogna a proposito dell'ora
dell'incidente. Non so come m'era venuta in mente una spiegazione arzigogolata,
che lei era stata insieme al mister, insieme a lui come io avevo approfondito
gli studi nelle stesse ore, e avevano fatto lo scontrino ma non volevano far
sapere che erano insieme, magari davanti a qualche motel ed in un'ora
compromettente e via discorrendo. Se volevano a tutti i costi far comparire
d'aver fatto qualcosa di male, anche se non è vero, voleva dire che ne avevano
fatta una peggio che volevano coprire. M'ero messo in testa che andassero a
letto insieme. Mia madre è piccolina -papà la chiamava Pasquale, in omaggio ad
un'attrice francese dei suoi tempi, Pascal Petit, che l'avevano soprannominata
la venere tascabile- bassa di statura, dicevo ma è ancora, coi suoi 45 anni una
donna bellissima e piena di eleganza, classe e via discorrendo.Ma la bomba in
testa ce l'avevo ancora.Avevo solo innescato un detonatore a tempo.
Alle volte uno dice una cosa e la gente ne capisce un'altra, certo, ma se non
avessi cominciato col doping forse non la avrei portata fuori strada in maniera
così tragica, che tutto era derivato da quel suo aver capito una cosa per
un'altra e così via.
-Senti, ho deciso e non rompermi con le prediche, mi faccio una bella cura di
nandrolone, perché voglio diventare più robusto e più bello, che mi sono
stufato di andar in bianco con le ragazze.
Avevo pensato di riferire il dialogo così com'era avvenuto, che tanto me lo
ricordo tutto a memoria, ma contiene un sacco di cose riservate, intime e così
via, sia mie che di mia madre e ho deciso di riferirlo per sommi capi.
Mi insegna che gli steroidi anabolizzanti sono una brutta copia degli ormoni
androgeni e che il loro uso in un giovane in accrescimento faceva malissimo con
effetti sul testicolo e gli organi riproduttivi accessori come la prostata, le
vesciche seminali, il pene e compagnia bella.
Sul testicolo gli anabolizzanti da doping provocano una diminuzione del volume
(cioè l'ipotrofia), l'inibizione o addirittura il blocco della spermatogenesi.
E, questo, diceva mammà è particolarmente grave per la vita sessuale che
volevo incentivare. Qualche volte dopo mesi di non assunzione del doping si
ritorna normali, qualche volta se sei zellato, no e diventi azospermico, quindi
sterile, che al momento può sembrar perfino comodo ma prima o poi la voglia di
fare un figlio ti piglia e ti ritrovi un ramo secco e così via. Mi guardava con
gli occhi luccicanti e parlava di incremento della massa fibrosa funzionalmente
inefficiente per i cosi accessori e l'ipertrofia della prostata, che ti alzi a
pisciare un sacco di volte ogni notte e ti bagni la punta delle scarpe. E poi,
risalendo, il fegato, l'accumulo e della bile nella cistifellea e nei canalini,
l'ittero, le alterazioni pre-tumorali e gli adenocarcinomi e compagnia bella.
Stava affrontando il tema delle alterazioni indotte nella composizione dei
muscoli dello scheletro quando le dissi che non avevo detto sul serio e che
sapevo tutto.
Avessi avuto un po' più d'esperienza con le donne non avrei mai fatto
un'affermazione così esagerata. Pensavo già a quanto poteva darci una mano con
la nostra benedetta rivista, lei che certe cose le sapeva così bene quando la
vidi impallidire e quasi perdere conoscenza.
-Che significa che sai tutto?-disse ancora indecisa se sbroccare e confessare.
Le dissi della macchina che avevo visto parcheggiata nel box a quell'ora, quando
ero tornato a casa che mi ero sentito male e via discorrendo e lei scoppiò a
piangere.
Prima che potessi consolarla, che non me ne importava niente se andava a letto
col mister, e non era vero, ma pensavo che avrei dovuto darmi pace e ai
professori stronzi a scuola avrei dovuto aggiungere uno stronzo patrigno, prima
che potessi fare il bel gesto del figlio civile e via discorrendo, comincia a
confessare e per poco mi sento male io. Dice che l'Esculapio era d'accordo, che
non si trattava di un vero furto, perché il derubato era consapevole, che
c'erano andati addirittura alla luce del sole, col consenso dei padroni, che il
fatto era che quelle tonnellate di farmaci valevano di più al mercato nero che
per i canali regolari, che il mister in pratica fingeva solo di rubare, per
fottere Scinicariello e i Nas, che noi avevamo sempre bisogno di soldi, che mi
sarebbero serviti all'università e per andare all'estero a imparare le lingue e
compagnia cantando.
Quando cominciai a fare due più due e a capire che la trafficante di sostanze
dopanti ce l'avevo a casa ed era la piccola madre che papà chiamava con
tenerezza Pasquale, perché diceva che somigliava a Pascal Petit, che l'avevano
soprannominata la venere tascabile, una donna piccolina ma ancora, coi suoi 45
anni, bellissima, elegante e di classe, quando mi confessò quanto le avevano
dato, diviso tra cinque banche diverse, naturalmente per i miei studi
all'università e per andare all'estero a imparare le lingue e compagnia
cantando, mi incazzai come una bestia e volli sapere che c'entrava la macchina
del mister e perché gli aveva dovuto fornire quella specie di alibi con la
storia dello scontro. Neanche dopo queste mie domande si accorse che in realtà
delle loro merdose relazioni non sapevo niente e che pensavo ad una pulitissima
storia di sesso e così via, mi disse che il mister aveva urtato col cofano il
cancello dei magazzini e che doveva giustificarsi se non voleva che
Scinicariello già un po' sull'avviso non lo sgamasse e arrestasse e allora,
ecco qua mia madre a fare una innocente truffa alle assicurazioni, ecco la mia
educatrice che si infrattava sempre di più nel delitto, perché mi era venuto
un mente un fatto che di li a dodici ore mi avrebbe costretto ad uccidere quel
figlio di puttana di Zinnedoro.
Il carrozziere più rifinito di Viterbo aveva un capannone
fuori porta e sembrava una clinica tanto era pulito ed ordinato, niente di
simile al posto dove portavo l'Ibiza quando la scorticavo un po' e Gianni mi
dava una toccata alla romanina e mia madre anche se era metallizzata non si
accorgeva mai di niente. Gli dissi che cercavo i fari di una mercedes ultimo
tipo e che mi sarei accontentato anche di roba a pezzi, che dovevo fare uno
scherzo e che comunque glieli avrei pagati, che era una storia di studenti, che
volevamo far prendere un colpo al professore che s'era comprato un'auto nuova ed
altre scemenze del genere che lui non stava nemmeno a sentire perché continuava
a ripetere "Che culo, l'hai trovate, è mitico!"Il carrozziere più
rifinito di Viterbo nel capannone fuori porta che sembrava una clinica tanto era
pulito ed ordinato, sembrava felice come una pasqua della fortunata incredibile
combinazione. E così pensavo di stare per scoprire che quel fatto che m'era
venuto in mente era vero. Che il mister non aveva intruppato il cancello ma il
povero Sarnelli, che era un fischiatore e forse lo aveva seguito con la macchina
fotografica e aveva visto che caricavano i camion, che ancora c'era luce per
scattare, che per caricare tonnellate e tonnellate ce ne vuole di tempo.E
l'aveva messo sotto.
Le incarto e le porto a casa e non gli va a telefonare al mister quel
grandissimo testa di cazzo, che sarà stato pure il carrozziere più rifinito di
Viterbo, col capannone fuori porta che sembrava una clinica tanto era pulito ed
ordinato, ma era rimasto abbagliato come un imbecille dalla incredibile
coincidenza e gli era sembrato necessario commentarla col padrone della mercedes
che gli aveva permesso di ripetere altre cinque o sei volte "Che culo, l'ha
trovate, è mitico!".
Prima che potessi portare i fari a Scinicariello per vedere se c'erano tracce
del sangue di Sarnelli mi suonano alla porta ed io come un carrozziere vado ad
aprire e me lo trovo davanti che mi chiede i fari, che gli servono. E io faccio
il finto tonto, dico che non capisco e via dicendo, ma lui mi gira per la casa e
li trova ed io sempre più coglione non me ne approfitto per filarmela e rimango
lì, così dopo che si è ripreso i fari gli viene la bella idea di aggiungere
un grano alla corona e di farsi un'altra ammazzatina, che Sarnelli doveva
avergli fatto venire solo l'appetito e mi si butta addosso coi suoi cento chili
alti uno e novanta e allora sì che comincio a scappare per la casa ma lui va
alla porta e la chiude a chiave, con le chiavi che stanno sempre lì sul
gancetto sul quadretto di legno apposito che un assassino se le trova a portata
di mano quando vuole chiudere dentro la sua vittima.
Uno più furbo di me lo poteva evitare, uno più in gamba lo poteva
immobilizzare, per me quando mi brancicò con le mani alla gola rimase solo la
possibilità di un colpo mortale, pure piuttosto difficile da riuscire e sperai
fortemente che quello che mi aveva detto l'istruttore di hapkido fosse vero e
che gli potevo con un colpo secco ficcare l'osso del naso nel cervello, e così
feci, ma per sola legittima difesa, in una situazione veramente d'emergenza,
senza nemmeno la certezza di come sarebbe andata, con la vista che mi si
annebbiava e di lì a poco avrei perso le forze, o lui od io e via discorrendo.
Mi rotolò addosso che mi aveva quasi soffocato già e morendo aveva continuato
a strozzarmi con quanta forza aveva e ne aveva tanta credetemi, anche se non
penso che da giovane si fosse dopato.
Quando rinvenni faticai a ricordarmi di tutto e telefonai a Delpino che
avvertisse Scinicariello e l'alleato venne con la Corbo, il patto
Ribbentrop-Molotov, e mi aiutarono a connettere che avevo una crisi di nervi e
uno sta male quando qualcuno gli muore addosso specialmente se l'hai ammazzato
tu.
Quando Delpino e la Corbo (che non crediate, come scherzava il Bidello, si siano
innamorati, che fisicamente non vanno certo d'accordo e come idee politiche,
peggio) mi sono venuti a trovare in carcere e, quando stai in carcere non ti
senti più un ragazzino e allora li ho sfottuti ma la Corbo mi ha detto che nel
casino che c'è oggi, (che ormai siamo per terra, e bisogna ricominciare da
capo), su valori di base come la vita, la salute dei giovani, la lealtà, la
lotta agli inganni e alla commercializzazione di tutto delle persone in buona
fede non possono che essere d'accordo. E io gli ho detto che però ci doveva ben
essere una differenza tra reazionari e progressisti, e perfino lei mi ha citato
un filosofo siciliano che fa spettacoli con Battiato e canta pure e dev'essere
un taglio e che ha detto che "Non si può essere reazionari perché non c'è
dove tornare; non si può essere progressisti perché non c'è dove
andare." Ma io al massimo arrivo a papa Giovanni e mi tengo le mie idee. C'è
tempo per arrivare alla loro età.
Comunque quando arrivarono non era finita perché il magistrato aveva scoperto
che in fondo stavano davvero insieme, mamma col mister, e sui fari che avevo
recuperato non c'era il sangue di Sarnelli e mi voleva ammazzare per niente, che
le prove non c'erano e in Italia basta che ti butti a Santa Nega, coi tre gradi
di giurisdizione, se sei colpevole te la puoi sempre cavare, quindi mi hanno
arrestato e solo al processo si vedrà se sono uno col complesso edipico che
ammazza l'amante della madre o uno che scopre un assassino e rischia di essere
ammazzato pure lui e si salva per miracolo.
Non mi resta che sperare in Scinicariello, che sarà pure un altro
"alleato" ma pare si sia veramente convinto che le cose sono andate
come ho detto io, e del doping di Zinnedoro già lo sapeva e sta indagando da
tutte le parti per trovare la verità, che fra l'altro il padre di Sarnelli, che
il camion lo guidava un'altra volta quando hanno fatto il colpo ai magazzini, il
signor Sarnelli collabora con la polizia, perché è convinto che il mister gli
ha ammazzato il figlio, perché la mercedes non ha urtato niente durante il
colpo e anche un altro autista lo hanno preso ed è sicuro anche lui che il
mister non aveva urtato col cofano il cancello dei magazzini. Insomma se non è
come dico io, rimane da spiegare sempre perché voleva a tutti i costi far
comparire che aveva tamponato l'Ibiza anche se non era vero (e l'avvocato
Buscherini sta passando i suoi guai).
Così devo dire che ho finito il saggio sul doping, il memoriale e il giallo,
tutti insieme e non sarà venuto un bel lavoro, ma almeno ci ho passato il
tempo, mi sono sfogato, ho detto tutta la verità e così via.
E se può essere utile a qualcuno meglio, che sono anche i genitori come
Battilocchi che ci mettono nei guai, anche se mamma io l'ho perdonata, e che
dovevo fare, papà mi diceva sempre di starci attento alla mamma, e, anche se
scherzava, che io ero piccolo, come si dice, non è mai troppo tardi, che delle
battute sul cognome non me ne frega più niente e neanche degli intercalari che
mi vengono sempre in bocca, come "e via dicendo", "e compagnia
bella" ed "eccetera, eccetera", che se avessi voluto, alla fine
li avrei potuti togliere dal testo con un bell'editing, magari della Corbo, ma
chi se ne importa. Eppoi ha capito bene la cazzata che aveva fatto, quella del
doping rubato, che lei di Sarnelli non sapeva mica niente e si credeva davvero
di far un favore al ganzo per evitare che sapessero che aveva trafugato i
medicinali, e dopo la sicura condanna Pasquale ha detto che troverà il modo di
riparare, magari col volontariato o medici senza frontiere e compagnia cantando,
e comunque poi me ne devo prender cura, e mi vuole bene, e anch'io a lei e ormai
ci eravamo capiti e davvero meglio tardi che mai, e così via.