Battere il metallo finchè è caldo
Luigi Calcerano
Postfazione in forma di racconto
-Non l’abbiamo individuato-disse il responsabile della sicurezza. -Colgo una nota amara nel suo profumo, comandante… -Lei scherza, professore, ma con gli attentati non si scherza. -Li prenda sul serio, allora, non è il suo mestiere? -Nella cupola pressurizzata non ci sono armi, questo lo posso assicurare…e nessuno potràavvicinarsi a lei a distanza pericolosa. -Pericolosa per quale razza? -Abbiamo tenuto conto delle razze che possono estroflettere arti o lanciare spore contundenti. -C’è sempre quella nota aspra nel suo profumo, comandante… Il responsabile della sicurezza agitò la proboscide e si irrigidì.Ha ragione, professore, la sua incolumità non è garantita. Il professore scosse un’elitra[1].-Ha fatto il possibile, grazie. Il responsabile della sicurezza emanò una fragranza dolce che si percepì per un attimo e annegò subito nella base aspra e amara del profumo che lo circondava. -C’è ancora tempo per scovarlo! Se permette vado.-Senza attendere risposta si allontanò col rostro proteso in avanti ed il pungiglione che tremava nervoso. Il professore si toccò col primo tentacolo sinistro l’oggetto estraneo che lo infastidiva dentro il carapace e percorse coi suoi cinquanta ocelli la base della cupola.Sarebbe stato uno strano posto per morire.Certo, nel caso, sarebbe morto in una bella compagnia.Le configurazioni disparate dei corpi dei convegnisti lo stupì ancora, dopo tutti i suoi viaggi.Era vederli tutti insieme, uno accanto all’altro che faceva vacillare la mente.Non era la prima volta che partecipava ad un incontro intergalattico ma negli altri casi si era trattato al più di una ventina di razze! Di lì a poco avrebbe dovuto parlare a 1500 delegati di tutte le razze conosciute, tranne i nomadi, naturalmente. La sua guardia del corpo si avvicinò movendosi a scatti.-Aveva ragione, professore, la sala è piena di scienziati e molti sono inventori e tecnologi.Solo dall’alto possiamo stare tranquilli con i Dhavol. Il professore si carezzò nervosamente l’antenna e si volse ad accogliere il moderatore dell’incontro che veniva spinto nel suo umidificatore accanto a lui, sul palco. All’apparire dell’Autorità s’era fatto se non il silenzio, qualcosa di abbastanza simile. -Il segretario non viene? -Ci sono io, lui è andato a pesca.-Il moderatore si inumidì l’epidermide lasciandosi cadere sino in fondo nella tinozza semovente, poi riemerse soddisfatto. -Smettila di sguazzare e dammi la parola.-Sussurrò il professore. -Solo un saluto-cominciò improvvisamente il moderatore- perché il programma dei lavori è fitto e e mi secca importunarvi con chiacchiere inutili. Anche quest’atmosfera tesa, d’altra parte mi secca! Si fermò a cogliere reazioni dalla platea ma tutti continuavano ad essere educatamente rivolti verso di lui senza dar segno di aver capito o apprezzato lo scherzo. -Vi porto il compiacimento del Segretario Generale del Senato, attualmente impegnato in segrete incombenze del suo alto ufficio, al di fuori della nostra dimensione. -Certo, lui si diverte e noi lavoriamo, la dimensione è diversa.-sibilò maligno il professore. Il moderatore si tuffò nel contenitore per nascondere l’ilarità.-L’importanza dei temi-riprese appena fu riemerso-vi è nota.Non sareste qui ed in così autorevole rappresentanza altrimenti.Certo già il fatto che questa riunione si tenga, ed a questo altissimo livello è un successo. Ma quello che vediamo non è il traguardo, è il punto di partenza. Come disse Aiaor, queste sono le carte nautiche, quella e l’astronave, fai conto d’esser a Capolinea!La parola al professor Mree!Buon lavoro a tutti e che Dio ci aiuti! Un discorso breve è un buon discorso e l’auditorio segnalò la propria approvazione con una serie di rumori diversi, dallo sbattere delle chele ai fischi. Il professore si carezzò ancora l’antenna e fece un cenno col primo tentacolo destro per ottenere silenzio e attenzione.-Affronttare il tema dei mediatori linguistico-culturali non è facile in questo tempo in cui, pure, tutti parlano di società intergalattica.So bene che il tema non è tra quelli per cui si persegue una politica di unificazione ma solo di convergenza. So bene che tutte le razze sono gelose della loro politica in tema di educazione ed è partendo da questo dato di base che terrò la mia relazione. Scusatemi per evitare troppi passaggi di traduzione, ho preparato il mio intervento in lingua comune ma questo meraviglioso veicolo di comunicazione, che va benissimo per i porti , gli scali e i commerci, non mi consente molte finezze e molte allusioni. Con l’adattabilità che ha fatto grande il mio popolo, trasformerò questo limite in un vantaggio ed andrò dritto allo scopo, chiaro, diretto e operativo come un navigatore . Si interruppe per leggere una tavoletta che il responsabile della sicurezza gli aveva allungato.-Salutiamo la presenza gradita degli educatori di Zeck-mentì, come se fosse questo che gli avessero appena comunicato-I Zecki sono arrivati qui a Cantuccio attraverso l’iperspazio. Nessuno in platea sembrò particolarmente commosso ed il viaggio nell’iperspazio si andava facendo, in effetti, abbastanza usuale, sebbene pieno di pericoli. -esiste una pregiudiziale teorica ed educativa-ricominciò il professor Mree- che grazie alla lingua comune comincio subito a mettere sul tavolo. L’educazione interculturale non è cosa aggiunta alle normali attività scolastiche e costituisce, deve costituire invece la normalità dell’educazione, al giorno d’oggi, nella società multiculturale del dopoguerra. Per noi la scuola è come un prisma e l’educazione interculturale è la faccia di un prisma, come si vede il prisma se lo guardi da una certa parte.Se lo guardi da un’altra , il prisma è educazione ambientale, allo sviluppo sostenibile, da un’altra è educazione alla pace e così via! L’educazione interculturale non è una piccola disciplina non fa a gara nei piani di studio con navigazione stellare, diplomazia o comunicazione, sarebbe perdente! L’educazione interculturale è un insieme di snodi interdisciplinari, cui contribuiscono tutte le discipline che si studiano nelle nostre scuole. Un piccolo incidente in platea distrasse tutti.Due ampi sedili erano stati rovesciati e gli adattatori delle sospensioni ronzavano in bella vista. Gli addetti alla sicurezza avevano immobilizzato un centobocche di Bo, dopo avergli bloccato tutte e venti le sue appendici prensili. Solo qualcuno delle razze più instabili abbozzò comportamenti di fuga.Senza occuparsi dei sedili molto velocemente quelli della sicurezza in pochi istanti portarono via il delegato e ristabilirono l’ordine e la tranquillità. Un brusio curioso percorse la cupola, fin sui trespoli vicino alla volta dove erano appollaiati i Dhavol. -C’è bisogno ancora di molta educazione alla pace, vedo-provò a scherzare il professor Mree ed ottenne una reazione di ilarità che scaricava la tensione. -I nomadi!Parliamo dei nomadi!-si sentì gridare dal fondo. -Guardate non è un caso che non abbia ancora parlato dei nomadi.Non voglio incentrare tutto l’intervento su di loro. L’intercultura vale anche per il mio popolo quando vive su Zeck, o per gli amici di Bo quando sono a casa dei Dhavol, o per tutti quelli che ho nominato, qui su Cantuccio! -Ma i nomadi sono dappertutto!-polemizzò un’altra voce dall’altra parte della sala. La pressione dei nomadi, la loro adattabilità alle condizioni più ostili e la loro forza di penetrazione rappresenta un problema nel problema dell’intercultura, in tutte le società ossigenorespiranti.Anche se ieri, alla decontaminazione, un collega di studi di Melià, dove si respira metano, mi ha raccontato che i primi uomini (è così che si chiamano tra loro) sono stati avvistati con tanto di scafandro e respiratore in uno dei satelliti più inospitali di uno dei pianeti più inospitali di Melià. Un brusio francamente inveito percorse la sala.Gli educatori di Melià, dietro il divisorio trasparente, agitarono simpaticamente le chele con comica rassegnazione. -Mandiamoli tutti lì-si rifece viva la voce dal fondo della sala. -A casa loro, a casa loro! -E quale è casa loro?-chiese innervosito il professor Mree. -Potevano non distruggere il loro pianeta madre! Turbatissimo il relatore scambiò un’occhiata col moderatore ed agitò tutti i suoi tentacoli.-Amici, amici!Non è questo il modo!.Potevano forse restare nel loro sistema stellare d’origine, lontani da qui quanto il dominio di Zeck, potevano ed allora non saremmo qui a preoccuparcene e non avemmo avuto neanche lo stimolo a preoccuparci di noi. Senza gli uomini difficilmente saremmo arrivati alla conclusione che era opportuno approfondire la cultura dei Terragni e sapete cosa ci ha portato quella cultura, la teoria, solo la teoria, è vero, ma l’applicazione è stata facile , dei viaggi nell’iperspazio! Senza gli uomini non avremmo scoperto che esiste un sistema stellare dove il gramm è più diffuso dell’idrogeno e sapete che l’economia intergalattica oggi si basa sugli approvvigionamenti di gramm! L’educazione interculturale è la risposta più avanzata alle modificazioni sociali, di sistema stellare, di di confederazione di società intergalittica del dopoguerra. L’altra risposta è la guerra di tutti contro tutti, l’ordine del più forte che sfrutta ( o stermina, senza motivo) i più deboli. Certo andremmo tutti più d’accordo coi nomadi se se ne stessero a casa loro, o se dopo aver disintegrato il loro pianeta, i sopravvissuti se ne fossero rimasti da quelle parti, senza dilagare fino a noi con le loro ridicole astronavi che viaggiavano a velocità inferiori a quella della luce. -E adesso vanno meglio delle nostre! -E ce ne siamo avvantaggiati anche noi, però!Pensate solo alla meteora intelligente di Virus112 e a come ne sono stati avvertiti gli amici Riktktv! -Saremmo estinti-si alzò con la sola testa estroflessa il capodelegazione di Riktktvi-Pace per gli uomini, dice il nostro popolo!Le culture sono come la ciurma di un’astronave, ci si pesta, ci si urta, ma si viaggia insieme se si vuole arrivare! -Mi piace riprender l’immagine di Th-Riktktv.Non è cosa buona che le razze stiano per onto loro e noi, noi tutti che siamo qui, per quanto possa sembrar strano con le distanze che si superano solo col salto nell’iperspazio, noi tutti siamo impegnati, insieme, in un unico viaggio.Arriveremo solo insieme, se arriveremo!Chi se lo dimentica, come per un attimo hanno fatto gli amici che mi interrompono, rischia di far scoppiare liti, duelli, conflitti, perfino la seconda guerra intergalattica. Gli umani hanno distrutto il loro pianeta, noi tutti che siamo qui abbiamo reso inabitabile per sempre una galassia! Una zaffata di fetore giunse all’odorato di Mree e con parte del suo dilatato campo visivo il relatore vide il responsabile della sicurezza passare come un dardo sotto al palco per raggiungere l’altro lato della sala. -Siamo condannati alla convivenza, alla cooperazione basata sullo scambio, all’accettazione delle diversità.-il professor Mree si accarezzò il carapace brunito e fece leva su qualche tentacolo per accomodarsi meglio sul sedile. Proprio al suo gli adattatori delle sospensioni ronzavano ma non funzionavo e si sentiva tutto indolenzito. -Per la nostra Regina ogni scuola del nostro sistema, e sono un miliardo, seconde solo a quelle della civiltà Terragna, tutte le nostre scuole sono destinate a diventare laboratori di convivenza per tutte le razze, anche per i nomadi!Il punto di partenza è il riconoscimento e la valorizzazione delle differenze.Come sapete io stesso sono un mediatore culturale e sono arrivato alla conclusione che da ogni cultura, a ben vedere c’è qualcosa da imparare!Anche dagli uomini, dalla loro tenacia, dalla loro voglia di vivere, dalla loro musica.Scusate la franchezza!Se non li potete sterminare vi dovete occupare della loro educazione!E le dimensioni fondamentali per noi sono la lingua comune come lingua due, l’approfondimento della cultura dell’ospite, la psicologia razziale del razzismo, l’antinomadismo, lo studio incrociato della logica, della storia e della xenofobia. Riteniamo inutile agghiacciare gli uomini con le loro inadeguatezze, se appena arriva un cucciolo d’uomo qualcuno strilla è arrivato il bipede, è già tutto finito prima di cominciare!E’ vero hanno solo quattro arti (ma almeno quattro ce li hanno anche loro!) sono senza corazza, indifesi, fragili, implumi, senza armi naturali, ma si sanno pure difendere e ben lo sa che li ha avuti contro nell’ultima guerra, ed anche noi che li abbiamo avuti alleati. Vogliamo parlare della battaglia dei sette pianeti? Questi uomini sono nostri cittadini, da ieri gli uomini che risiedono da noi sono nostri cittadini a tutti gli effetti della normativa diplomatica intergalattica, so che anche a Bo è così da cinque tempi standard.paradossalmente i loro cuccioli risultano molto vicini a noi…nei nostri difetti Vi sarete accorti che per quanto li si accolga benevolmente o li si tratti con modalità paritarie, istintivamente scatta in loro, al solo vederci, al sentirci comunicare, una reazione di disagio, di paura, qualche volta addirittura di schifo! Un divertito brusio animò ancora la cupola. Persino i Dhavol, sui loro trespoli vicino al tetto cinguettavano scomposti facendo cadere piume e penne sulla platea. -Facciamo schifo a loro come loro fanno schifo a noi! Ci educheremo insieme!Se queste note che metto in discussione saranno accolte da questo nobile consesso di Grandi Razze, ma dovremmo cominciare a non distinguere più le nostre Razze da quella dei nomadi, la proposta che faccio è di creare una rete interculturale, che si occupi in primo luogo degli uomini, che continuano a viaggiare e non stanno mai fermi, come ci fanno sapere gli amici di Melià.Noi potremmo coordinare le attività di inserimento a tutti gli effetti nelle scuole, nella nostra zona di influenza, con un collegamento in rete, voi tutti li potreste prendere in carico appena si inseriscono nelle vostre aree. -Intendiamo equipaggiare, d’intesa con loro, le astronavi nomadi di lungo corso o a lunghissima percorrenza,con un nostro educatore che potrebbe fungere da raccordo.Per questo dobbiamo convenire sui principi fondamentali dell’educazione interculturale. La dimensione, per i nostri figli come per i loro, deve essere cognitiva non predicatoria o esortativa. Dobbiamo saper mettere insieme saperi, ambiti disciplinari e campi di esperienza, pensare in una dimensione strategica ed abitare l’emergenza che ci pongono le loro “colonizzazioni”. S’intruppe, il responsabile della sicurezza aveva disimpegnato le ali e gli faceva cenni disperati. Dai sedili rovesciati si materializzò un raggio luminoso che percorse la sala, forò la colonna portante della cupola e si infranse con una miriade di scintille a pochi centimetri dal carapace del relatore. Il fumo maleodorante dei piccoli incendi creati dalle scintille avvolse il palco prima che il sistema di aerazione riuscisse a conformare di nuovo la pressurizzazione. Alcuni Dhavol battendo le lunghe ali si precipitarono in picchiata dalla volta della cupola e ghermirono sollevandolo addirittura da terra il capodelegazione della nazione di Bo. Il centobocche, era già immobilizzato da un campo d’energia dei dispositivi di sicurezza e tutta la delegazione di Bo era stata circondata da addetti con i faser spianati. -Ce l’avrebbero fatta, però senza il Salvatutto del Segretario!-slinguazzò il moderatore sollevando appena la testa al livello dei liquidi che gli stavano riparando la pelle dalle piccole bruciature delle scintille. Il professor Mree estrasse da sotto il carapace il piccolo diffusore e lo guardò amorevolmente con tutti gli occhi. -Hanno modificato gli adattatori delle sospensioni dei sedili rovesciati e li hanno fatti diventare disintegratori di raggio. -Che cosa disintegravano? -Gli alimenti che dovevano servire per rifocillare i Riktktv.Aveva ragione l’assassino è uno scienziato.Con cosa si è protetto? -Con questo schermo di protezione miracoloso e per fortuna ancora segreto. -Perché non mi ha avvertito? -Perché era un segreto…e lei era il mio sospetto preferito! Il responsabile della sicurezza emanò un fresco profumo dai toni penetranti. Non se l’era presa. -Faccia salire sul palco Wolfang Amedeus Mozart di Romafrica! -L’uomo?Qui?-Una nota acre si insinuò nel profumo del responsabile della sicurezza. -Il pilota del salvataggio dalla meteora intelligente di Virus112.Un eroe! Si presenta bene, è un tipo equilibrato, uno dei pochi di colore nero, che fa meno schifo a tutti.Battiamo il metallo finché è caldo. Forse adesso, dopo quello che è successo, lo accetteranno, che ne dice? -O li stermini o li educhi.-approvò l’altro allontanandosi. Il professor Mree assaporò soddisfatto il profumo acuto di pappa reale mielata che stava diffondendosi sul palco. © Luigi Calcerano
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